Dentro o fuori. Per Inter e Napoli è arrivato il momento della verità, quello in cui, per l’appunto, si decide se proseguire il cammino in Champions oppure no. La qualificazione agli ottavi è alla portata per entrambe, a patto però di raggiungere i risultati desiderati: una vittoria contro il Barcellona per i nerazzurri (o comunque fare lo stesso del Borussia Dortmund contro lo Slavia Praga), almeno un punto per gli azzurri contro il Genk (andrebbe bene pure una sconfitta se il Salisburgo non battesse il Liverpool). Sulla carta la partita più difficile è quella di Conte, costretto a vedersela contro il Barça (ore 21), in pratica però Valverde è già qualificato e sicuro del primo posto, ragion per cui ha deciso di non convocare Messi, Piqué e Sergi Roberto, oltre che di lasciare in panchina diversi big.
Momento migliore per trovare i blaugrana, insomma, non potrebbe esserci, tanto più in un San Siro stracolmo come al solito e nobilitato dall’incasso record di 6,5 milioni. Ma questo clima di grande fiducia non piace a Conte, evidentemente preoccupato che i suoi possano prendere l’impegno sottogamba, rischiando così l’eliminazione-beffa.
“Messi o non Messi stiamo parlando di una delle squadre più forti al mondo, con una rosa di almeno 20 giocatori tutti all’altezza – il pensiero del tecnico. – La serenità del primo posto può anche rivelarsi positiva per loro, a volte la pressione appesantisce le gambe e crea problemi. Meglio pensare a noi, ad affrontare la gara nella giusta maniera: ho detto ai miei che non dovremo avere rimpianti o recriminazioni a fine partita”.
I nerazzurri dovranno stringere i denti e affrontare il Barça con gli uomini contati, tanto più che ieri si è fermato Asamoah e anche Candreva rischia di non farcela. Conte confermerà dunque gran parte del 3-5-2 già visto con la Roma, con Handanovic in porta, Godin, De Vrij e Skriniar in difesa, D’Ambrosio, Vecino, Brozovic, Borja Valero e Biraghi a centrocampo, Lautaro Martinez e Lukaku in attacco.
Valverde sceglierà invece un 4-3-3 pieno di seconde linee: oltre ai non convocati Messi, Piqué e Sergi Roberto e agli infortunati Dembelé, Jordi Alba, Semedo e Arthur, partiranno dalla panchina Suarez, Ter Stegen, De Jong, Lenglet e Busquets. In campo andranno dunque Neto tra i pali, Wague, Umtiti, Todibo e Junior Firpo nel reparto arretrato, Vidal, Rakitic e Alena in mediana, Ansu Fati, Griezmann e Carles Perez nel tridente offensivo.
Gara da dentro o fuori anche per il Napoli, chiamato a risolvere la pratica Genk e a prendersi gli ottavi di finale (ore 18.55). L’avversario in sé non presenterebbe grosse insidie, se non fosse che l’ambiente azzurro è in piena bufera, tanto che questa, indipendentemente dal risultato, potrebbe essere l’ultima partita di Ancelotti. De Laurentiis infatti, dopo la sconfitta col Bologna e il pareggio-brodino di Udine, ha deciso di voltar pagina e contattare Gattuso, al momento il grande favorito per sostituire il suo maestro.
I rumors raccontano di una trattativa avanzata, con Rino che avrebbe dato il suo assenso a patto però di non fare il traghettatore: la sensazione, insomma, è che l’avventura di Carletto sulla panchina azzurra sia giunta al capolinea, e questo, lo ribadiamo, indipendentemente da come andrà al San Paolo.
“La valigia di un allenatore è sempre pronta, non puoi mai disfarla – ha ammesso il diretto interessato in conferenza stampa. – Credo che essere messi in discussione dopo certi risultati sia normale, ho già vissuto queste cose in altri club. Ad ogni modo l’esonero non mi spaventa, ora penso solo alla partita: domani, quando sarà finita, farò le mie riflessioni”.
L’aria dell’addio si taglia con il coltello, eppure il Napoli ha un piede e mezzo nel gruppo delle migliori 16 d’Europa: dovesse entrarci del tutto, ecco che le parti si troveranno di fronte per parlarsi e decidere che fare. Prima però bisogna chiudere il discorso a Ancelotti è pronto a farlo affidandosi al consueto 4-4-2 con Meret in porta, Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Callejon, Allan, Zielinski e Fabian Ruiz a centrocampo, Lozano e Mertens in attacco.
Wolf, già ultimo ed eliminato sia dalla Champions che dall’Europa League, tenterà il colpaccio con un 3-4-3 che vedrà Coucke tra i pali, Dewaest, Borges e Lukumì nel reparto arretrato, Maehle, Berge, Hrosovsky e Bongonda in mediana, Ito, Samatta e Paintsil nel tridente offensivo.