Dall’estasi alla rabbia. La Juventus dice addio alla Champions League dopo aver sfiorato un’impresa leggendaria, superiore perfino a quella della Roma di martedì. Non ce ne vogliano i tifosi giallorossi ma ribaltare il Real Madrid al Bernabeu dopo lo 0-3 dell’andata sarebbe stato addirittura unico e i bianconeri, fino al minuto 93, hanno davvero creduto di potercela fare. Poi è arrivato un episodio destinato a far discutere i moviolisti di tutta Europa, il classico rigore “fiscale” che non ti dà certezze nemmeno dopo dieci replay.
In alcuni sembra che Benatia tocchi il pallone e non Lucas Vazquez, in altri che l’irruenza dell’intervento impedisca allo spagnolo di calciare solo davanti a Buffon, ad ogni modo ciò che più conta è che l’arbitro Oliver abbia indicato il dischetto e consentito a Ronaldo di segnare il gol qualificazione. Da lì si è scatenata tutta la furia della Juve, acuita senza alcun dubbio da un’enorme dose di frustrazione dovuta alla beffa di uscire dalla Coppa proprio sul più bello.
“È evidente che l’introduzione del Var in Europa vada accelerata e io ci proverò in tutti i modi – il commento di Andrea Agnelli – Qualche riflessione sul designatore (Collina, ndr) e sulla sua evidente vanità va fatta, una figura del genere andrebbe cambiata con maggior frequenza. Guardo gli episodi delle squadre italiane in Europa, penso al Milan, alla Roma, alla Lazio, ci sono stati troppi casi penalizzanti”.
Parole durissime quelle del presidente bianconero, seconde solo a quelle di Buffon. Il capitano, espulso per proteste subito dopo il rigore, rischia di aver chiuso la sua carriera in Champions con un rosso, fatto che, evidentemente, non gli è proprio andato giù.
“L’arbitro non ha avuto personalità di fronte a un episodio dubbio – ha attaccato – Se non sei in grado di stare a questi livelli allora vai in tribuna a mangiare le patatine, e poi con che coraggio mi ha espulso? Non sapeva che era la mia ultima partita? Al posto del cuore ha un bidone dell’immondizia”.
Insomma, il mondo Juve è in subbuglio da quando Oliver ha indicato il dischetto e Ronaldo, freddo e spietato come sempre, ha mandato il Real in semifinale per l’ottava volta di fila. Un vero peccato si finisca a parlare solo di questo perché prima era stata scritta una grande pagina di calcio, arrivata a tanto così dall’entrare nella leggenda.
Una grande Juve, forse caricata dall’impresa della Roma, aveva aggredito i blancos fin dall’inizio trovando subito il gol spacca-partita con Mandzukic (2’) e raddoppiando con lo stesso croato poco dopo la mezzora (37’). Il Bernabeu aveva cominciato a tremare per poi zittirsi del tutto (juventini a parte, ovviamente) al 60’, quando Matuidi, sfruttando una papera di Navas, segnava il 3-0 che rimetteva tutto in perfetta parità.
Clamoroso a Madrid, anzi no. Perché proprio quando i supplementari sembravano inevitabili (e Allegri si era tenuto due cambi a disposizione), ecco il contatto incriminato tra Benatia e Lucas Vazquez, il rigore di CR7 e la conseguente gazzarra finale.
“Non mi va di giudicare la scelta dell’arbitro ma è chiaro che sono molto dispiaciuto – l’analisi del tecnico – I ragazzi hanno fatto una grande partita, dispiace uscire così ma ora dovremo essere bravi a superare questo episodio e a guardare avanti, cose del genere ti fortificano”.
Restano alcune riflessioni da fare e nei prossimi giorni, a mente fredda, ci sarà tutto il tempo. Certo però che il tanto criticato calcio italiano, nel giro di due giorni, ha eliminato il Barcellona e messo alle corde il Real Madrid, così come che, nel dubbio, gli arbitri europei fischiano sempre contro. E che il tanto criticato Var, in fondo, non è poi così male.