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Champions e salvezza: per la serie A è la domenica dei verdetti

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La domenica dei verdetti. L’ultimo atto del campionato mette in palio due posti in Champions, altrettanti in Europa League (ma quelli, evidentemente, saranno consequenziali) e uno per la salvezza. E così, come logica vuole, le partite che contano saranno tutte in contemporanea (ore 20.30), per una serata che promette fuoco e fiamme sin dal principio. Campi principali Milano (Inter-Empoli), Reggio Emilia (Atalanta-Sassuolo), Ferrara (Spal-Milan), Roma (Roma-Parma) e Firenze (Fiorentina-Genoa), in una sorta di “Tutto il calcio minuto per minuto” in versione notturna. Impossibile scindere gli obiettivi: chi insegue l’Europa, infatti, dovrà necessariamente vedersela con chi lotta per la sopravvivenza, proprio come ogni ultima giornata che si rispetti. In questo senso la partita più delicata è sicuramente quella di San Siro, dove l’Inter di Spalletti affronterà l’Empoli di Andreazzoli.

L’amicizia tra i due allenatori, risalente addirittura agli anni 90 (i due fecero il corso di Coverciano assieme), rischia di essere messa a dura prova da un match fondamentale per entrambi, a meno che dagli altri campi non arrivino risultati favorevoli a tutti e due. “Questa gara ha la stessa importanza di quella dell’anno scorso contro la Lazio, è un confronto decisivo da dentro o fuori e l’attesa diventa il massimo per ottenere il risultato atteso – le parole del tecnico nerazzurro. – La posta in palio va ad annullare tutti i valori, c’è un carico emotivo importante ma ci siamo abituati”. Il riferimento al comunicato della Curva Nord (“domenica sarà festa o guerra”) è abbastanza lampante, così come la voglia di lasciare il club con un successo, che servirà a Conte ma anche e soprattutto al proseguo della sua carriera. Molto più sereno il clima in casa Empoli, dove il solo fatto di essere ancora in corsa (per giunta davanti al Genoa) è già un successo.

“È una sfida che dobbiamo affrontare con il piglio giusto, senza ansia ma con il gusto di andare a giocare una gara da ricordare” ha confermato Andreazzoli, prima di aggiungere un “speriamo di poter festeggiare entrambi” decisamente importante. Già, perché molto dipenderà dal risultato di Firenze, dove Fiorentina e Genoa si sfideranno per il più clamoroso e imprevisto scontro salvezza degli ultimi anni. Nessuno, infatti, avrebbe potuto immaginare che viola e rossoblu rischiassero addirittura la retrocessione, invece è proprio così: Montella (40 punti) e Prandelli (37, uno in meno dell’Empoli) sono di fronte a un vero e proprio bivio. Vincenzo, per ovvie ragioni di classifica, sta molto meglio di Cesare, anche se le notizie provenienti dagli Usa (Rocco Commisso, scrive il New York Times, avrebbe acquistato il club per 135 milioni), più che rasserenare gli animi, aggiungono ulteriore incertezza a una piazza decisamente in subbuglio.

Una vittoria viola, evidentemente, calmerebbe gli animi dell’Empoli, che a quel punto sarebbe salvo anche in caso di sconfitta, il tutto per la gioia di un’Inter che potrebbe così giocare con più facilità: calcoli inevitabili ma altresì pericolosi. Nessuno infatti può mettere la mano sul fuoco su come andranno le altre partite e questo vale anche per le altre contendenti Champions, impegnate in sfide meno probanti (ma solo perché le avversarie sono già tranquille) ma comunque insidiose. Atalanta e Milan, per esempio, dovranno affrontare Sassuolo e Spal: sulla carta tutto tranquillo, eppure il premio per il decimo posto (6,3 milioni) fa gola e rischia di creare più di un grattacapo. “Questi ragazzi hanno fatto una cosa grande, importante – ha spiegato inorgoglito Gasperini. – È bello che il campionato finisca con questa incertezza negli ultimi 90 minuti, quel che è certo è che contro il Sassuolo dovremo giocare al nostro massimo per vincere”. Il tecnico nerazzurro, costretto a giocare l’ultima in casa in…trasferta (Reggio Emilia è il campo del Sassuolo: che Percassi, deciso a rifare lo stadio di Bergamo nel minor tempo possibile, sia stato troppo frettoloso?), sa di avere il destino nelle proprie mani, a differenza di Gattuso, costretto a vincere e a sperare in uno stop dell’Inter o della stessa Atalanta.

Il suo Milan andrà a Ferrara incrociando le dita, consapevole che una vittoria (comunque da ottenere sul campo) potrebbe anche non bastare. “La società non mi ha mai messo l’obbligo di andare in Champions, mi ha chiesto di provarci e noi siamo qui – le parole del tecnico rossonero. – Il futuro lo vedremo poi, ora ho la testa solo alla Spal: sarà una vera battaglia”. Cuore in pace (si fa per dire ovviamente) invece in casa Roma, dove solamente la matematica tiene aperto il sogno. I giallorossi, oltre a battere il Parma, dovrebbero poi sperare nella tripla sconfitta di Atalanta, Inter e Milan, condizione che permetterebbe loro di qualificarsi per la classifica avulsa. Probabilità dell’1,2%, non proprio l’ideale per crederci davvero: meglio concentrarsi allora sull’addio di De Rossi, che rischia di monopolizzare l’Olimpico molto più dei calcoli vari. A rendere ancor più particolare questa domenica c’è poi il fatto che le squadre in questione, nessuna esclusa, subiranno vere e proprie rivoluzioni estive, con in testa, ça va sans dire, gli allenatori. Spalletti, Gasperini, Gattuso, Ranieri: molti di loro, o forse tutti, seppur per motivi diversi, faranno le valige tra pochi giorni. A questo però si penserà solo da domani, perché prima c’è un campionato da chiudere e un’ultima giornata che potrebbe rivelarsi davvero indimenticabile.  

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