Una notte da incubo. L’Italia perde sia Milan che Atalanta, salutando due squadre prima ancora degli ottavi e dando addio, di fatto, all’ipotesi di avere cinque squadre nella prossima Champions League: la lotta con la Spagna, infatti, non potrà che risentire di questa doppia eliminazione. Per entrambe si tratta di un flop inatteso, ma è chiaro che quello dei rossoneri fa più rumore, se non altro per i soldi spesi sul mercato di gennaio. Ora non resta che sperare nella Juventus, l’unica italiana rimasta in corsa assieme all’Inter: i bianconeri dovranno però superare lo scoglio PSV, anche se la vittoria dell’andata li mette in posizione di leggero vantaggio.
Milan – Feyenoord 1-1: Theo si fa espellere, il Diavolo esce dalla Champions
Il Milan esce dalla Champions in una serata che lascia più domande che risposte, dopo aver visto sfumare una qualificazione che sembrava alla portata. La sconfitta contro il Feyenoord, avvenuta tra le mura amiche di San Siro, è il frutto di una serie di fattori che hanno contribuito a complicare un incontro che sembrava essersi messo in discesa. I rossoneri erano partiti fortissimo, segnando l’1-0 dopo appena 38 secondi con Gimenez, ma hanno commesso l’errore di non chiudere subito la partita, nonostante il Feyenoord fosse in difficoltà sia negli uomini (ben dieci infortunati) che nel morale. Nel primo tempo, il Milan ha seguito le indicazioni del suo allenatore Sergio Conceiçao: pressing alto, gioco veloce e attacco supportato dalla qualità dei suoi uomini migliori. Pulisic, Joao Felix e Leao si sono alternati in attacco, con il portoghese che ha fatto la differenza con giocate di classe, creando occasioni e saltando gli avversari con facilità. Tuttavia, nonostante la superiorità, i rossoneri non sono riusciti a colpire nuovamente, mentre il Feyenoord, pur soffrendo, ha trovato maggiore solidità difensiva stringendo i denti e compattandosi. Il momento decisivo è arrivato però al 51’, quando Theo Hernandez, già ammonito, ha ricevuto il secondo cartellino giallo per simulazione, lasciando il Milan in dieci. Con l’uomo in meno, Conceiçao ha provato a riorganizzare la squadra, ma la spinta offensiva è calata notevolmente. Il Feyenoord ne ha approfittato, trovando il gol del pareggio con Carranza, che ha segnato di testa su un cross preciso di Bueno. Da quel momento, i rossoneri non sono riusciti a reagire: il forcing finale è stato confuso e privo di energie e i top player (meno Gimenez, tolto troppo frettolosamente dal tecnico) non hanno trovato la scintilla giusta. L’eliminazione, figlia di una prestazione al di sotto delle aspettative, lascia il Milan con tanti rimpianti e una serie di interrogativi sulle scelte tattiche e sulla gestione dell’incontro, oltre che con il mirino puntato su Theo Hernandez, il grande imputato di questo flop europeo.
Conceiçao: “L’espulsione ha cambiato la partita, ma la faccia dell’eliminazione è mia”
“La delusione è grande, siamo arrabbiati – il commento amaro di Conceiçao -. Sapevamo di essere più forti, abbiamo sbagliato a Rotterdam e abbiamo preparato la partita per vincerla, sbagliando però il secondo gol e diverse occasioni. Di colpe ne abbiamo e adesso dobbiamo pensare al campionato e alla Coppa Italia, dovremo essere più forti e lavorare di più. Abbiamo giocato parecchio tempo senza un uomo a Zagabria e anche qui il rosso di Theo ha cambiato la partita, l’unico loro tiro è stato il gol… Per me è una sconfitta, non è una situazione nuova per me, ho fatto tanti errori, continuo a farli e anche i miei giocatori li fanno: la faccia di questa eliminazione è la mia, non quella di Theo. Perché ho cambiato Gimenez? L’ho tolto perché aveva già avuto problemi fisici e non potevo rischiarlo, non ho messo un altro centravanti per una scelta mia, la squadra si stava abbassando. Le decisioni sono mie, poi se non vinco mi mettono le valige in mano e vado via. I cambi? Devo decidere io e capire cosa possono dare i giocatori. Questo è un fallimento, ma sono arrivato un mese e mezzo fa e mi paragonano con chi è stato qui per anni. L’unico trofeo che dovevamo vincere l’abbiamo vinto, inoltre siamo in semifinale di Coppa Italia. L’atmosfera attorno al Milan non è delle migliori, ma in campionato, da quando sono arrivato io, abbiamo fatto 14 punti e il Napoli 15”.
Atalanta – Club Brugge 1-3: la Dea crolla dopo un primo tempo shock e dà l’addio all’Europa
Notte da cancellare anche per l’Atalanta, eliminata dalla Champions dopo la sconfitta casalinga contro il Bruges. Una partita ricca di emozioni e occasioni, ma che ha visto la Dea soccombere sotto i colpi dei belgi, incapace di concretizzare le numerose occasioni create, tra cui un rigore parato a Lookman. Il match è iniziato subito con ritmi elevati, con entrambe le squadre pericolose in attacco fin dai primi minuti. L’Atalanta ha sfiorato il gol con un colpo di testa di Kolasinac, ma il Bruges ha approfittato di una disattenzione difensiva e trovato il vantaggio con Talbi (4’). Poteva sembrare un episodio causale, ma al 26’ i belgi hanno raddoppiato ancora con Talbi, lesto ad approfittare di una respinta di Carnesecchi e siglare lo 0-2. A quel punto la Dea ha cercato di reagire, ma dopo aver creato diverse occasioni (tra cui un miracolo di Mignolet su Zappacosta e un salvataggio sulla linea su tiro di Cuadrado), il Bruges ha trovato il terzo gol con Jutgla, per un clamoroso 0-3 appena prima dell’intervallo. A inizio ripresa Gasperini ha calato l’asso Lookman e la mossa ha subito pagato: tiro sotto misura del nigeriano e gol dell’1-3 a riaccendere le speranze dei tifosi. Ma i sogni di una rimonta (quasi) impossibile si sono infranti al 61’ quando lo stesso Lookman si è fatto parare un rigore da Mignolet, spegnendo, di fatto, le velleità nerazzurre. Nonostante gli sforzi finali, infatti, l’Atalanta non è più riuscita a trovare la via della rete, finendo addirittura in 10 per l’espulsione di Toloi (fallo di reazione su De Cuypers). La Dea saluta così una Champions che poteva ancora dire tanto, eliminata da una squadra decisamente alla sua portata. Il Bruges affronterà ora una tra Lille e Aston Villa agli ottavi, mentre per la Dea restano solo rimorsi e interrogativi sulla mancata qualificazione.
Gasperini: “Eliminati dagli episodi. Il rigore? Non doveva calciarlo Lookman”
“Sono state due partite abbastanza strane, la Champions è la competizione degli episodi – ha sospirato Gasperini -. Abbiamo preso gol dopo pochi secondi, abbiamo avuto tantissime occasioni, loro hanno sfruttato tutto al massimo. La squadra ha dato tutto, sempre con dignità a parte l’episodio dell’espulsione di Toloi, per cui mi dispiace tanto. Abbiamo tenuto tutta la partita fino alla fine, sebbene il rigore sbagliato abbia frenato un po’ gli entusiasmi di rimonta. Dal punto di vista atletico stavamo bene, ma loro avevano una velocità in alcuni giocatori che abbiamo faticato a contenere. Sicuramente potevamo e dovevamo fare meglio in alcuni uno contro uno, loro sono stati bravissimi e hanno sfruttato tutto ciò che potevano sfruttare, noi abbiamo sprecato tanto. Ripeto, questa è una competizione in cui gli episodi cambiano le partite. Abbiamo avuto molte più occasioni nelle due gare, ma dobbiamo rendere merito al Bruges: l’eliminazione ci sta tutta. Il rigore sbagliato? Non doveva calciarlo Lookman, è uno dei peggiori rigoristi che ho visto. È andato a tirarlo sull’entusiasmo del gol appena fatto, ma ha una percentuale bassissima, anche in allenamento li sbaglia… Non lo doveva battere, lì vicino c’erano De Ketelaere e Retegui…”.
PSV – Juventus (ore 21, Prime Video)
I riflettori si spostano ora sul Philips Stadion, teatro della sfida tra il PSV e la Juventus. La speranza, ovviamente, è che i bianconeri prendano facciano meglio di Milan e Atalanta, anche se è giusto sottolineare come il punto di partenza sia decisamente diverso. In questo caso, infatti, la rimonta non va incoraggiata, bensì scongiurata a tutti i costi. Il 2-1 di Torino è certamente una buona base, anche se non sufficiente per sedersi sugli allori. Gli olandesi, reduci dal deludente pareggio interno contro l’Utrecht (l’Ajax è a +2 con una gara in meno), non sono imbattibili, ma vanno presi con le molle specialmente in casa loro: ne sa qualcosa il Liverpool, battuto 3-2 nell’ultima giornata della prima fase di Champions. Molto però passa dalla Juventus, carica e motivata come non si vedeva da tempo. La vittoria sull’Inter ha dato una scossa a tutto l’ambiente, spazzando via critiche e malumori in un colpo solo. Ora però serve continuità, perché un’eliminazione prematura dall’Europa sarebbe pesantissima da digerire, tanto più dopo il successo dell’andata. Il calcio di Thiago Motta non prevede il “catenaccio”, dunque è probabile che la sua Juve scenderà in campo per giocarsela e segnare un gol che indirizzerebbe la qualificazione, senza però esporsi a inutili rischi. Le cose migliori della stagione, del resto, sono venute fuori da gare impostate su ripartenze verticali: le vittorie su Lipsia, Manchester City, Milan e Inter, senza dimenticare il primo tempo di Napoli. Anche stasera potremmo assistere a un canovaccio di questo tipo, perché gli ottavi sono alla portata e Thiago, dopo mesi passati sulla graticola, non ha nessuna intenzione di farseli sfuggire.
Thiago Motta: “È la gara più importante della stagione, non punteremo al pareggio”
“Dovremo fare tutto molto bene, ragionare, utilizzare la testa e interpretare i momenti di gioco – il pensiero di Thiago Motta -. Bisognerà capire quando l’avversario vuole spingere ed essere solidi, fare tutto ciò che serve per essere superiori all’avversario: affronteremo una grande squadra, dovremo fare il nostro meglio. La qualificazione è un obiettivo, fin qui è la partita più importante della stagione. Abbiamo fatto un primo passo in casa, ma non è sufficiente: sappiamo che ci basterebbe un pareggio, ma quel risultato non ci soddisfa mai, non sappiamo come si gioca per pareggiare. La gestione si fa solo negli ultimi minuti, nel caso, dovremo giocare come sempre. La pressione fa parte del lavoro, è anche uno stimolo in più, abbiamo scelto di essere qui e sono soddisfatto di quanto fatto finora. Sarà una partita bellissima, guadagnata e meritata. Dovremo meritarci anche il passaggio del turno, dando tutti qualcosa in più. È un momento di grande responsabilità, ma è allo stesso tempo bellissimo”.
PSV – Juventus, le probabili formazioni
PSV (4-3-3): Benitez; Karsdorp, Mauro Junior, Schouten, Flamingo; Veerman, Til, Saibari; Bakayoko, De Jong, Perisic
In panchina: Malacia, Schiks, Ledezma, Bajraktarevic, Lang, Drommel, Obispo, Nagalo, Kuhn, Babadi, Land, Driouech
Allenatore: Bosz
Indisponibili: Oppegard, Boscagli, Pepi
Squalificati: Nessuno
Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Weah, Gatti, Veiga, Cambiaso; Locatelli, Koopmeiners; Conceiçao, McKennie, Yildiz; Kolo Muani
In panchina: Perin, Pinsoglio, Rouhi, Kelly, Savona, Thuram, Nico Gonzalez, Vlahovic, Mbangula
Allenatore: Thiago Motta
Indisponibili: Alberto Costa (non in lista), Milik, Bremer, Cabal, Kalulu, Adzic, Douglas Luiz
Squalificati: Nessuno