Più forte di tutto. La Juventus espugna Valencia nonostante l’assurda espulsione di Cristiano Ronaldo, dimostrando all’Europa intera tutta la sua forza, tecnica e mentale. Nel calcio, proprio come nella vita, non esistono certezze ma chissà che lo 0-2 del Mestalla, un domani, non possa assumere una valenza ben più importante dei “soli” 3 punti: perché le missioni che contano, si sa, riservano sempre delle sorprese e la Signora, a differenza del passato, ha saputo reagire e uscire a testa alta, anzi altissima.
Il contrario della Roma, che invece sembra aver smarrito quelle certezze acquisite pochi mesi fa, quando era riuscita a entrare tra le prime d’Europa. Ora però è tutta un’altra storia e il 3-0 di Madrid certifica il ritorno sulla terra di una squadra colpevolmente rivoluzionata in estate, quando invece sarebbero bastati pochi ritocchi per rinforzarla a dovere. Ma andiamo con ordine e partiamo dal clou della serata, e cioè da quanto accaduto al 29’ di Valencia-Juve.
Murillo e Ronaldo si scontrano al limite dell’area con la palla lontana, il colombiano finisce a terra: l’arbitro Brych, su indicazione dell’assistente di linea, estrae il cartellino rosso e caccia dal campo il portoghese. In un attimo il Mestalla s’incendia, con CR7 in lacrime per la rabbia e tutta la Juve a protestare. Qualcuno teme un caso Douglas Costa bis ma le immagini, in pochi secondi, chiariscono che non è così, anzi: Ronaldo non ha fatto nulla di grave e l’espulsione, semplicemente, non c’è.
Ingiustizia clamorosa a cui la Juve, però, risponde da grandissima squadra. Sul finire di primo tempo Parejo travolge Cancelo in area, questa volta Brych vede bene e assegna un rigore che Pjanic trasforma alla perfezione, per il vantaggio dei bianconeri (45’). Situazione che si ripete a inizio ripresa, solo che questa volta gli interpreti sono Murillo e Bonucci: il fattore però non cambia e il bosniaco, ancora una volta, fredda Neto senza problemi (51’).
Da lì in poi, nonostante l’inferiorità numerica, è gestione pressoché perfetta del match, anche se nel finale il Valencia viene fuori tanto da guadagnarsi il terzo rigore di Brych per un fallo di Rugani: Parejo però non è Pjanic e così Szczesny può guadagnarsi un minuto di gloria.
“È una vittoria importante e meritata – il commento di Allegri – Siamo stati bravi a gestire le due fasi della partita, avremmo meritato il vantaggio anche prima di rimanere in 10. L’espulsione? Non dico nulla, ma con il Var l’arbitro avrebbe potuto decidere al meglio”.
Nessuna polemica arbitrale invece al Bernabeu, dove semplicemente ha vinto la squadra più forte. Che il Real Madrid fosse superiore alla Roma lo si sapeva, però era anche lecito attendersi qualcosa di più da chi, non più tardi di 4 mesi fa, aveva sfiorato la finale di Kiev. Ma i giallorossi sono cambiati molto e in peggio, almeno questo dicono le prime partite di una stagione che, a meno di una brusca inversione di rotta, rischia di essere piuttosto complicata.
Esame superato invece per il Real Madrid di Lopetegui, confermatosi al top nonostante la partenza di Ronaldo. Del resto le alternative non mancano: guardare Isco e Bale per credere, oppure il giovane Mariano Diaz. I tre marcatori del Bernabeu (45’, 59’ e 92’) hanno ricordato a tutta Europa che il Madrid è sempre il Madrid, con o senza il pallone d’oro in carica, e alla Roma che la Champions va affrontata con grande qualità, altrimenti si rischiano figuracce.
“Mi preoccupo in senso generale per alcune nostre mancanze, anche se dall’altra parte c’era una squadra davvero forte – il pensiero di Di Francesco – Le giocate finali non sono mai state qualitative, non siamo stati bravi a sfruttare le occasioni che ci hanno concesso. Ora dobbiamo rimetterci in sesto in campionato e recuperare coloro che, in passato, ci hanno trascinato: da loro ci aspettiamo molto di più”.
Le partite, del resto, si vincono con i leader. Quelli che la Juve ha in abbondanza e che a Roma, invece, non si trovano più.