Il Diavolo in Paradiso. Impresa epica del Milan, che espugna il Bernabeu con 3-1 destinato a entrare nella storia, a prescindere da come andrà la stagione. Battere il grande Real Madrid, per giunta a casa sua, ha un significato enorme e può segnare la svolta per la squadra di Fonseca, sia a livello di classifica (ora la qualificazione diretta non è più un miraggio) che di morale. Serata decisamente più ordinaria invece per la Juventus, uscita da Lille con un pari (1-1) perfino stretto per le occasioni create, mentre è stata amarissima per il Bologna, sconfitto dal Monaco (0-1) e ormai a rischio eliminazione. Questa sera toccherà a Inter e Atalanta, impegnate contro Arsenal e Stoccarda (entrambe alle 21).
Real Madrid – Milan 1-3: Diavolo in Paradiso con Thiaw, Morata e Reijnders
Notte destinata a restare nella storia quella del Milan, capace di saccheggiare Madrid con una prestazione totale, sia in fase offensiva che difensiva. Certo, solo il tempo dirà se si sarà trattato di vittoria estemporanea o reale svolta, intanto però i rossoneri tornano a casa con 3 punti tanto sorprendenti quanto pesanti. Gli scenari in Champions cambiano totalmente, visto che ora il Diavolo potrebbe addirittura entrare nelle migliori otto e prendersi gli ottavi senza passare dalle forche caudine dei playoff: questo dipenderà dalle partite con Slovan Bratislava, Stella Rossa, Girona e Dinamo Zagabria, ma dopo una vittoria del genere il flotto è possibile, forse addirittura doveroso. Partiamo col dire che l’ha vinta anzitutto Fonseca, sia per le mosse tattiche (5-3-2 con Musah ad aiutare Emerson Royal nel contenimento di Vinicius: la chiave) che per il coraggio espresso. Il sistema, infatti, non deve ingannare, visto che il Milan non s’è limitato affatto a difendersi, anzi ha attaccato il Real per almeno un’ora e spostato l’inevitabile sofferenza solo ai minuti finali. Il gol di Thiaw a inizio partita (12’) ha esplicato le intenzioni bellicose espresse alla vigilia, rimaste tali anche dopo il pareggio di Vinicius su rigore (23’, fallo di Emerson Royal).
Al 39’ i rossoneri sono tornati in vantaggio con Morata e nella ripresa, prima del gol di Reijnders (39’), si erano già resi pericolosissimi con Leao, murato solo da un grande intervento di Lunin. Il portoghese è stato un fattore proprio come Theo Hernandez, per una fascia sinistra tornata ai livelli del passato, ma tutti meritano elogi: Musah, bravissimo sia a proteggere la difesa che a sostenere l’attacco, Reijnders, sempre più emblema del centrocampista box to box, Tomori, Thiaw e Maignan, solidi ed efficaci come nelle notti migliori (anche grazie all’equilibrio generale). Il finale, come sempre al Bernabeu, è stato all’insegna dell’assedio, ma questa volta, eccezion fatta per il gol annullato a Rudiger (fuorigioco attivo di Rodrygo), non c’è stata nessuna remuntada, solo una bella vittoria del Milan destinata a restare negli annali.
Fonseca: “È stata la vittoria del coraggio, visto che le italiane non sanno solo difendersi?!”
“Abbiamo vinto perché i giocatori hanno avuto coraggio, siamo venuti qui senza avere paura di niente, solo desiderosi di fare il nostro gioco – il commento entusiasta di Fonseca -. Abbiamo preparato la partita per avere la palla tra i piedi, nel primo tempo abbiamo fatto cose importanti, nella ripresa c’è stata qualche sofferenza in più, ma abbiamo sofferto insieme e la vittoria è meritata. Abbiamo dimostrato all’Europa che le squadre italiane non sanno solo difendere, non sono mai stato d’accordo quando si diceva questo. Abbiamo avuto la pazienza di tenere la palla e farla girare per poi aspettare il momento giusto per attaccare, ora dobbiamo continuare a crescere perché c’è ancora tanto margine. Le partite europee sono completamente diverse da quelle di Serie A, molte persone che vivono all’estero non sanno quanto sia difficile giocare contro le squadre del campionato italiano, è più complicato giocare contro Monza o Cagliari che contro il Real. Poi ovviamente il Madrid è forse la squadra più forte del mondo, ma non è possibile fare lo stesso tipo di partite contro avversari che difendono uomo su uomo”.
Ancelotti: “Siamo stati troppo fragili, dobbiamo ripartire dalle basi”
“Non c’è stata alcuna reazione rispetto alla partita con il Barca, ci siamo mostrati spesso sbilanciati senza riuscir a recuperare il pallone – l’analisi amara di Ancelotti -. Dobbiamo esser preoccupati perché la squadra non sta dando il meglio di sé. Bisogna ripartire dalle basi perché le partite si possono complicare in qualsiasi momento, a volte recuperi, altre volte no. Nell’uno contro uno il Milan ha mostrato le proprie potenzialità, ma noi siamo stati fragili, poco efficaci. Viene all’occhio la mancanza di struttura difensiva che è alla base del gioco del calcio, dobbiamo ripartire da lì per dare una svolta”.
Lille – Juventus 1-1: Vlahovic risponde a David, bianconeri in zona playoff
Notte decisamente meno epica per la Juventus, uscita da Lille con un punto che le sta stretto, ma che tutto sommato “fa classifica”. I bianconeri, alla luce delle occasioni create (specialmente fino all’1-1), avrebbero probabilmente meritato di vincere, invece hanno addirittura temuto di tornare a casa a mani vuote. Dopo un paio di situazioni pericolose create da Vlahovic, infatti, sono stati i francesi a passare in vantaggio per primi, sfruttando una delle rare occasioni in campo aperto concesse dalla Signora: su queste, si sa, il Lille ha un maestro come Jonathan David (obiettivo proprio dei bianconeri, vista la scadenza di contratto a giugno 2025), che non si è fatto certo pregare e ha segnato il gol dell’1-0 (27’). La reazione della Juve, disegnata da Thiago Motta con un 4-2-3-1 con Yildiz, Koopmeiners e Conceiçao alle spalle di Vlahovic, non si è fatta certo attendere e si è concretizzata nel secondo tempo, dopo che nel primo erano state annullate due reti all’ex Atalanta (fuorigioco in entrambi i casi), oltre al miracolo di Chevalier sul centravanti serbo. Al 60’ André ha messo giù Conceiçao in area e l’arbitro ha concesso un rigore trasformato con freddezza da Vlahovic, al terzo gol in quattro partite di Champions. Molti hanno pensato a un remake di Lipsia, ma questa volta la Juve si è “accontentata” del pari, tutto sommato positivo in chiave qualificazione.
Thiago Motta: “Contento per la prestazione, non per il risultato”
“Sono contento della prestazione, ma non del risultato perché, nonostante ci abbiamo provato, non siamo riusciti a portare a casa quello che volevamo – ha sottolineato Thiago Motta -. In fase offensiva dovevamo far meglio negli ultimi venti metri, tuttavia nel secondo tempo siamo riusciti a migliorare la qualità del gioco. Abbiamo trovato una squadra in fiducia, che sin dall’inizio ci aspettava per ripartire. Quindi è stato fondamentale fermarli e sfruttare gli esterni per metterli in difficoltà. Nel secondo tempo siamo riusciti ad alzare il baricentro e permettere a giocatori come Yildiz e Conceiçao di sfruttare le proprie doti. Sono contento della lettura dei ragazzi in campo e della partita che abbiamo fatto, però ora bisogna recuperare: la prossima partita è il derby ed è una sfida importante”.
Inter – Arsenal (ore 21, Prime Video)
I riflettori si spostano così su San Siro, teatro di un Inter-Arsenal tutto da vivere. La sfida promette spettacolo, ma ci sono molte varianti che potrebbero renderla più bloccata del previsto. Partiamo dai Gunners, alle prese con uno dei momenti più difficili dell’era Arteta, come si è visto nella sconfitta di sabato a Newcastle, culminata con le dimissioni del direttore sportivo Edu. Gli inglesi erano partiti per vincere la Premier League, invece sono scivolati al quinto posto assieme a Chelsea e Aston Villa, a meno 7 dal Liverpool e a meno 5 dal Manchester City. Nulla di irrimediabile, ci mancherebbe, ma il secondo KO nelle ultime tre di campionato (l’altro era stato a Bournemouth) ha quantomeno acceso un campanello d’allarme. L’Arsenal sta pagando gli infortuni del capitano Odegaard (ma stasera sarà in panchina) e di Calafiori (salterà anche la Nazionale), oltre che l’appannamento di Martinelli e Saka, gli unici (assieme al norvegese) a garantire un cambio di passo. In Champions le cose vanno meglio, alla luce dei 7 punti raccolti in tre partite (pareggio con l’Atalanta e vittorie con Psg e Shakhtar) che valgono le prime posizioni, ma è chiaro che la gara con l’Inter sarà piuttosto indicativa. Anche i nerazzurri hanno totalizzato lo stesso punteggio e vogliono sfruttare l’inerzia di San Siro per staccarsi e prendere il largo, consapevoli che una vittoria contribuirebbe ad allungare la classifica. Certo, per battere i Gunners servirà molto di più di quanto mostrato domenica col Venezia, inoltre è bene allenare l’intensità in vista dello scontro diretto contro il Napoli, considerato prioritario da tutto l’ambiente. La nuova Champions, del resto, consente di gestire maggiormente le forze, anche se indirizzarla già ora porterebbe un bel vantaggio tra un paio di mesi.
Inzaghi: “Non pensiamo al Napoli, ma all’Arsenal: è tra le favorite per la Champions”
“Incontriamo un avversario tra i migliori d’Europa, molto riconoscibile e con un grande allenatore – il pensiero di Inzaghi -. Se vedi l’Arsenal in mezzo a cento squadre, senza sapere il nome, la riconosci: del resto si è giocata gli ultimi due titoli inglesi punto a punto con il Manchester City… Non penso al Napoli, l’Arsenal è la nostra priorità, è una delle più forti d’Europa, tra le favorite per la vittoria assieme a Real, City e Bayern. Cosa ci manca per tornare quelli dell’anno scorso? Sappiamo dove stiamo lavorando bene e dove dobbiamo migliorare, non dimentichiamo che abbiamo fatto 7 vittorie e un pari nelle ultime 8. Poi ci sono sempre gli avversari… Ho fatto i complimenti ai ragazzi per la gara col Venezia, sono stati bravissimi: non abbiamo concesso quasi nulla, l’unico neo è non averla chiusa perché con le occasioni che abbiamo avuto non saremmo dovuti arrivare sull’1-0 al 90’. Ora ci aspettano due partite difficilissime, ragioniamo una alla volta cercando di fare due grandi prestazioni. Turnover in vista di domenica? Noi allenatori dobbiamo fare tante scelte, ma al momento il Napoli non è nei miei pensieri, ho la testa solo all’Arsenal”.
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, De Vrij, Bisseck; Dumfries, Zielinski, Calhanoglu, Frattesi, Darmian; Taremi, Lautaro
In panchina: Martinez, Di Gennaro, Bastoni, Acerbi, Dimarco, Barella, Buchanan, Berenbruch, Mkhitaryan, Aidoo, Arnautovic, Thuram
Allenatore: Inzaghi
Indisponibili: Carlos Augusto, Correa (non in lista), Palacios (non in lista)
Squalificati: nessuno
Arsenal (4-4-2): Raya; White, Saliba, Gabriel, Timber; Saka, Merino, Partey, Martinelli; Havertz, Gabriel Jesus
In panchina: Neto, Kiwior, Zinchenko, Sterling, Rice, Trossard, Jorginho, Nwaneri, Lewis-Skelly, Heaven, Kukurri, Kabia, Odegaard
Allenatore: Arteta
Indisponibili: Tomiyasu, Tierney, Calafiori
Squalificati: nessuno