Rabbia Milan, vergogna Juve. Martedì decisamente nero per le squadre italiane, entrambe sconfitte nei rispettivi impegni con Chelsea e Maccabi Haifa. Ma se il ko dei rossoneri, oltre a non provocare particolari scossoni di classifica (grazie soprattutto all’1-1 tra Dinamo Zagabria e Salisburgo), trova nell’arbitro Siebert il principale colpevole, quello dei bianconeri fa davvero male e compromette quasi del tutto il discorso qualificazione. La speranza è che le cose vadano meglio stasera per Inter e Napoli, impegnate contro Barcellona e Ajax, ma ancora una volta l’Europa si è dimostrata avara di soddisfazioni per il nostro calcio.
Maccabi Haifa-Juventus 2-0, Agnelli: “Dobbiamo vergognarci, ma Allegri resta”
Il tonfo che fa più notizia è certamente quello della Juventus, umiliata dagli israeliani del Maccabi Haifa è ormai con un piede e mezzo fuori dalla Champions. Solo la matematica, infatti, la tiene ancora in corsa, ma per andare agli ottavi servirebbe un vero e proprio miracolo, ovvero fare 6 punti con Benfica e Psg e sperare che una delle due venga fermata dal Maccabi. Calcoli che lasciano il tempo che trovano (casomai si faranno alla fine), perché la Signora vista ieri (e, più in generale, da agosto) non dà l’idea di essere superiore a nessuno, nemmeno alla semi sconosciuta squadra israeliana. La partita di ieri è però il punto più basso della stagione, sia a livello tecnico che caratteriale: se non trovi la forza di reagire nemmeno in un dentro o fuori europeo, vuol dire che la situazione è davvero grave. Non a caso Andrea Agnelli, sin qui in silenzio, ha deciso di metterci la faccia, anche se non per dare la notizia più attesa dai tanti #Allegriout sparsi per il web. “Serata difficile in un periodo difficile, sicuramente uno dei più complicati da quando sono presidente – le parole del numero uno bianconero -. Sono qui per assumermi le mie responsabilità, perché provo vergogna e rabbia per quello che sto vedendo. Il calcio però è uno sport di squadra, si gioca e si perde tutti insieme e da questo dobbiamo ripartire. Fiducia in Allegri? Assolutamente, è una questione di gruppo, non di un solo uomo: non può essere colpa sua se non riusciamo a vincere un tackle. Faccio fatica a pensare a un cambio in corsa. Lui rimarrà, i conti la Juve li fa sempre a fine anno”.
Allegri porta tutti in ritiro e rilancia: “Non mi dimetto”
“C’è solo da fare silenzio, è stata una prova non all’altezza soprattutto dal punto di vista caratteriale – ha sottolineato Allegri -. Torniamo a casa, dobbiamo lavorare ancora di più e stare zitti, ora resteremo in ritiro alla Continassa fino al derby, è un atto dovuto alla società, ai tifosi e ai noi stessi: Agnelli ha detto che prova vergogna e ha ragione, il primo tempo è stato uno dei peggiori mai fatti. Se sto pensando alle dimissioni? No, quando una sfida diventa più difficile è ancora più bella”.
Milan-Chelsea 0-2, rossoneri furiosi per il rigore e l’espulsione di Tomori
Serata negativa anche a San Siro, quantomeno per il risultato: la corsa alla qualificazione, infatti, resta aperta grazie al pareggio di Zagabria tra Dinamo e Salisburgo, con il Milan ancora padrone del suo destino. Con 6 punti nelle prossime due arriverebbe il pass per gli ottavi e questa, al momento, è la notizia migliore per Pioli. Rispetto alla sconfitta di Londra, dove i rossoneri erano stati letteralmente surclassati, c’è però un episodio arbitrale che ha innegabilmente condizionato la partita, vale a dire l’espulsione di Tomori, con rigore annesso, per un presunto fallo su Mount. Un fischio molto discutibile quello del tedesco Siebert, tanto più in un torneo come la Champions League dove, leggenda vuole, certe cose non vengono sanzionate. Ieri invece, nell’incredulità generale, è stato estratto un cartellino rosso per una lieve trattenuta, con in più un rigore che Jorginho ha trasformato con freddezza, a differenza di quanto fatto nelle due sfide con la Svizzera. Da lì in poi la partita ha preso un indirizzo netto, anche perché il Chelsea ha raddoppiato quasi subito con Aubameyang, chiudendo così ogni velleità di rimonta rossonera.
Pioli non ci sta: “Potevamo fare una grande partita, ma l’episodio è stato decisivo”
“Avevo la sensazione che potevamo fare una buona partita, ma il rigore e l’espulsione l’hanno resa complicata contro un avversario già molto forte, che non aveva bisogno della superiorità numerica – ha tuonato Pioli -. Come giudico l’episodio? È troppo evidente e troppo facile da giudicare, ho detto all’arbitro cosa pensavo a fine gara, non vi dico cosa ma credo che lui abbia capito, nonostante il mio inglese poco fluido. È un altro risultato negativo, che però non cambia lo sviluppo del girone: dobbiamo vincere le ultime due, abbiamo le qualità per farlo”.
Barcellona-Inter (ore 21, Amazon Prime)
Questa sera i riflettori si spostano anzitutto sul Camp Nou, dove l’Inter cercherà l’impresa contro un Barcellona alla disperata ricerca di punti, oltre che infuriato per la gara d’andata. Servirà una prova gagliarda per resistere agli azulgrana, decisi a prendersi i 3 punti con ogni mezzo possibile: tecnico, vista la grande qualità della rosa di Xavi, ma anche ambientale, alla luce dei continui appelli al pubblico iniziati subito dopo la sconfitta di San Siro. L’Inter deve mantenere le antenne ben alzate, ma anche ricordarsi che parte da una posizione di vantaggio, seppur piccola. L’1-0 di settimana scorsa, infatti, le consente di giocare con due risultati su tre a disposizione, il che ricorda molto lo scenario di 12 anni fa, quando mise le basi per il famoso triplete. Servirà lo stesso spirito, al netto ovviamente del minor carico di pressione, perché resistere al Camp Nou, per quanto possibile, non è cosa da tutti.
Inzaghi: “Pronti per una partita all’altezza della nostra storia”
“Sappiamo che è una partita importantissima in uno stadio importante, ma siamo l’Inter e dovremo fare il nostro, sapendo che durante la gara ci saranno difficoltà – l’analisi di Inzaghi -. Dovremo essere bravi nel momento peggiore a soffrire insieme e poi mettere in difficoltà il Barcellona con quello che abbiamo preparato. All’andata abbiamo fatto una prestazione aggressiva, compatta, purtroppo ora si cambia stadio, ma siamo preparati per fare una partita all’altezza della storia dell’Inter”.
Xavi: “Per noi è come una finale, daremo la vita”
“Per noi è come una finale, ecco perché daremo la vita per restare in corsa per la qualificazione – ha ringhiato Xavi -. Di certo non è bello trovarsi in questa situazione, ma abbiamo le qualità per fare bene e uscirne. Confidiamo molto sulla spinta del pubblico del Camp Nou, dovrà essere un vulcano. C’è molta voglia di rivincita dopo quello che è successo a San Siro, c’era un certo sdegno per quello che è successo, ma se giocheremo meglio vinceremo e allora, magari, non servirà parlare di arbitri”.
Barcellona-Inter, le formazioni: Inzaghi se la gioca con le due punte
Nei giorni scorsi si era diffusa l’idea che Inzaghi potesse optare per un 3-5-1-1 molto conservativo, ma le ultime indicazioni dicono il contrario: l’Inter scenderà in campo con due punte di ruolo, consapevole che il solo “catenaccio” non basterebbe a salvarla dall’assalto catalano. Al Camp Nou sarà dunque 3-5-2 con Onana in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco a centrocampo, Dzeko e Lautaro in attacco. Il Barça di Xavi, invece, opterà per un 3-4-3 con Ter Stegen tra i pali, De Jong, Piqué e Garcia nel reparto arretrato, Sergi Roberto, Busquets, Pedri e Gavi in mediana, Dembelé, Lewandowski e Ansu Fati nel tridente offensivo.
Napoli-Ajax (ore 18.45, Sky, Now Tv e Infinity)
Più semplice, almeno sulla carta, il compito del Napoli, a cui può bastare anche un punto per qualificarsi matematicamente agli ottavi con due turni d’anticipo. Una vittoria però gli permetterebbe di conservare il primo posto, obiettivo che Spalletti, visto l’andamento del girone, non vuole assolutamente mollare, dunque è lecito attendersi una squadra grintosa e affamata, proprio come in quasi tutte le partite stagionali. Di mezzo però c’è l’Ajax, bastonato a domicilio e desideroso di rivincita, oltre che di punti fondamentali in chiave qualificazione: sottovalutarlo, nonostante l’evidente superiorità mostrata alla Johan Cruijff Arena, potrebbe costare cara. Va detto che gli azzurri sin qui, eccezion fatta per il pareggio contro il Lecce di fine agosto, non hanno mai commesso questo errore, aiutati da una rosa giovane e dinamica, ma soprattutto ampia, che consente a Spalletti di dosare le energie senza perdere qualità.
Spalletti non fa calcoli: “Dobbiamo vincere”
“Ci giochiamo la qualificazione al Maradona con lo stadio pieno, sappiamo quale sarà la loro reazione dopo l’andata e vogliamo interpretare la gara come se fosse una finale – ha detto anche il tecnico azzurro -. Dobbiamo metterci voglia e fame senza fare calcoli, abbiamo sempre ragionato allo stesso modo, finora ci ha portato risultati e sarebbe gravissimo fare diversamente”.
Napoli-Ajax, le formazioni: Osimhen va in panchina, Rrahmani si ferma fino al 2023
La buona notizia è che Osimhen torna a disposizione dopo oltre un mese, pienamente recuperato dall’infortunio muscolare rimediato contro il Liverpool. In passato è probabile che Spalletti avrebbe cercato di affrettare i tempi, questa volta però Raspadori e Simeone hanno coperto alla grande la sua assenza, permettendo al nigeriano di guarire con calma: non a caso non verrà gettato subito nella mischia, ma si preferirà un rientro più soft dalla panchina. Rispetto a Cremona però non ci sarà Rrahmani, costretto a un lungo stop (si rivedrà solo a gennaio) per via di una lesione del tendine all’adduttore, il che costringerà il tecnico azzurro a rivedere l’undici tipo. Il 4-3-3 odierno vedrà così Meret in porta, Di Lorenzo, Kim, Juan Jesus e Olivera in difesa, Anguissa, Lobotka e Zielinski a centrocampo, Lozano, Raspadori e Kvaratskhelia in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Schreuder, che tenterà di vendicare il cappotto dell’andata con Pasveer tra i pali, Sanchez, Timber, Bassey e Blind nel reparto arretrato, Taylor, Alvarez e Klaassen in mediana, Berghuis, Kudus e Bergwijn nel tridente offensivo.