Pioggia di bollicine dalla Francia. Se tutto va secondo i piani, il 2013 verrà ricordato per i fiumi in piena di champagne transalpino che però, invece di esondare – piacevolmente, si intende – nei mercati di tutto il mondo, abbeverando intenditori e non, resteranno gelosamente custoditi – come laghi protetti – evitando la svalutazione del prezioso nettare.
La produzione francese di champagne potrebbe infatti crescere del 56 per cento, rispetto al 2012, se le condizioni meteo resteranno favorevoli nei prossimi due mesi, anche se questo non comporterà un aumento dei volumi delle bottiglie, né un ribasso dei prezzi.
Il raccolto, quest’anno, è del 16 per cento superiore rispetto alla produzione media degli ultimi 5 anni, secondo le cifre pubblicate ad agosto dal ministero dell’Agricoltura e riportate da Les Echos.
Thibaut Le Mailloux, portavoce del Comitato interprofessionale dello Champagne, sottolinea tuttavia che i produttori restano su posizioni prudenti fino alla fine del raccolto. In effetti, da qui a settembre, ci possono ancora essere eventi climatici inattesi. Il potenziale c’è, sia a livello qualitativo che quantitativo, ma – come dicono i produttori di vino – finché l’acino non è nel torchio, non si può mai essere sicuri.
Dopo un inverno e una primavera piuttosto freddi e piovosi, le vigne di champagne sono partite con una quindicina di giorni di ritardo, ma poi le condizioni meteo particolarmente favorevoli hanno migliorato la situazione.
Ma se la crescita quantitativa è confermata, i consumatori non troveranno necessariamente bottiglie in gran numero e a prezzi più bassi. Lo champagne brut, che rappresenta il cuore della produzione, è composto del succo di uve raccolte in diverse annate. Solo così è possibile garantire il gusto tipico delle bollicine più amate. E i produttori si sono già messi d’accordo per non mettere in bottiglia l’eventuale surplus della stagione 2013, usandolo piuttosto per completare le vecchie riserve, che – spiega Le Mailloux – permette di arricchire l’aroma dei vini e costituire una sorte di assicurazione climatica.
I vini Champagne sono interamente prodotti, raccolti e processati in un’area ben delimitata in Francia, che ha guadagnato la Denominazione di Origine Controllata nel lontano 1927. Nel 2012, 349 case vinicole hanno prodotto l’equivalente di circa 270 milioni di bottiglie, stando alle cifre del Comitato dello Champagne. Un nettare prezioso, non solo per Parigi, che deve la metà del suo giro d’affari alle esportazioni.