Il cessate il fuoco fra ucraini e separatisti filorussi dovrebbe essere firmato oggi. L’annuncio, arrivato ieri dal presidente ucraino Petro Poroshenko nel corso del suo intervento al vertice Nato, trova conferma in un comunicato congiunto firmato da Aleksandr Zakharchenko, leader dell’autoproclamata repubblica di Donesk, e Igor Plotnisky, capo degli insorti della regione di Lugansk.
Oggi nella capitale bielorussa Minsk si riunisce il gruppo di contatto formato dai rappresentanti dei separatisti, degli insorti, della Russia e dallo stesso Poroshenko. Zakharchenko e Plotnisky si dicono disponibili a un cessate il fuoco se dal vertice emergerà una soluzione pacifica e politica della crisi.
L’incontro è cruciale per le decisioni dei 28 ambasciatori Ue riuniti per stilare un nuovo pacchetto di sanzioni indirizzate alla Russia. Il vertice Ue tornerà quindi a riunirsi domani alla luce di quelle che saranno i provvedimenti presi a Minsk.
Il clima di distensione, però, sembra essere solo diplomatico e politico. La terra ucraina continua a tremare sotto esplosioni sia a Donesk sia nel nuovo epicentro degli scontri cominciati con la controffensiva degli insorti filorussi, Mariupol.
Inoltre, l’intelligence americana si dice preoccupata dai massicci schieramenti di forze russe: ci sarebbero più di 10mila soldati al confine. Il portavoce del Pentagono, il colonnello Steven Warren, ha fatto sapere che “la forza che vediamo schierata sul confine è eccezionalmente preparata, probabilmente più preparata e letale di quanto visto finora”.