X

Cersaie 2024 oltre le 95mila presenze, quasi la metà internazionali. Si pensa già al 2025

Imagoeconomica

Anche quest’anno, Cersaie, l’immancabile appuntamento per l’industria della ceramica e dell’arredobagno, ha concluso la sua 41ª edizione con numeri di tutto rispetto. Nonostante una leggera flessione del 4% rispetto al 2023, il salone ha registrato oltre 95mila presenze, un segnale forte in un contesto internazionale tutt’altro che sereno. Di questi, quasi il 50% sono stati visitatori stranieri, a testimonianza del respiro globale dell’evento.

Tra padiglioni colossali, innovazioni in mostra e un’atmosfera internazionale che neppure la crisi ha potuto scalfire, l’edizione 2024 ha visto 606 espositori, di cui ben 230 provenienti dall’estero pari al 38% del totale e con 25 paesi rappresentati. Un bel mix di ceramica, arredobagno e nuovi materiali ha invaso i 145mila metri quadrati di BolognaFiere, trasformando il complesso in una vera e propria “città della ceramica”.

Meno visitatori, ma più internazionali

Certo, il calo degli operatori italiani, diminuiti del 6,7% rispetto al 2023, si è fatto sentire. Ma i visitatori internazionali, quasi invariati rispetto all’anno precedente (-1%), hanno saputo mantenere alto il livello degli incontri. Come ha sottolineato Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica: “La qualità dei visitatori, distributori, architetti e operatori del real estate è stata percepita come molto positiva dalle nostre aziende”. Aggiungendo, ha affermato: “La ceramica italiana continua ad essere leader sui mercati mondiali grazie al valore assoluto del proprio design e a caratteristiche distintive quali sostenibilità e rispetto dei diritti delle persone”. Ciarrocchi ha poi messo in guardia sui rischi di un dumping sempre più aggressivo da parte di alcuni Paesi.

Scioperi: il tasto dolente

In un evento di tale calibro, però, non è tutto rosa e fiori. Se da un lato l’affluenza ha mantenuto alto l’interesse del pubblico, dall’altro gli scioperi di taxi e operatori aeroportuali durante i giorni clou, il 23 e il 24 settembre, hanno aggiunto una nota stonata. “Il danno e i disagi che sono stati fatti ai nostri visitatori sono un grave rischio per una fiera competitiva come la nostra”, ha lamentato Ciarrocchi. E a rincarare la dose ci ha pensato anche Antonio Bruzzone, amministratore delegato di BolognaFiere: “Proclamare uno sciopero nel giorno dell’inaugurazione denota insensibilità verso chi porta ricchezza alla città”.

Un programma di tutto rispetto

Se i mezzi di trasporto sono stati, per così dire, “latitanti”, il programma di eventi di Cersaie 2024, invece, ha fatto faville. Emilio Mussini, alla guida delle Attività Promozionali di Confindustria Ceramica, ha snocciolato i numeri con orgoglio: “Abbiamo avuto 1.200 partecipanti alla Lectio Magistralis di Riken Yamamoto, 13° premio Pritzker, centinaia di architetti agli altri eventi e un grande interesse per la Città della Posa.” A tutto ciò si aggiungono i 150 giornalisti alla Conferenza Stampa Internazionale e i 240 operatori internazionali che hanno partecipato al programma Cersaie Business, con delegazioni provenienti da Europa, Nord America, Golfo e Africa.

Cersaie guarda già al futuro

Mentre Cersaie 2024 chiude i battenti, lasciando un segno positivo nonostante un calo fisiologico nelle presenze e qualche intoppo logistico, il pensiero corre già al futuro Ciarrocchi ha espresso la sua speranza: “Mi auguro che, con la responsabilità di tutti, episodi come questi non tornino a ripetersi.” La prossima edizione, fissata per settembre 2025, dal 22 al 26, sarà un nuovo banco di prova non solo per le aziende, ma anche per Bologna e il suo sistema fieristico. In un contesto mondiale sempre più competitivo e complesso, l’obiettivo sarà andare oltre i numeri, puntando su qualità e innovazione per mantenere viva quella che non è solo una fiera, ma una piattaforma di dialogo tra design, sostenibilità e impresa.

Related Post
Categories: Economia e Imprese