X

Ceramica italiana: più vendite ma la produzione rallenta. Pesano energia, concorrenza sleale e regole ambientali

Imagoeconomica

Nel 2024, l’industria italiana delle piastrelle di ceramica si prepara a chiudere l’anno con una leggera crescita: si prevede infatti un incremento delle vendite, che toccheranno i 376 milioni di metri quadrati, con un +1,9% rispetto al 2023. Nonostante una flessione nel mercato edile, il settore si mostra resiliente, anche se il 2025 potrebbe riservare qualche difficoltà in più. Le esportazioni sono il cuore pulsante di questa crescita, con 291 milioni di metri quadrati venduti all’estero (+2,4%), mentre il mercato domestico si è mantenuto abbastanza stabile, con circa 85 milioni di metri quadrati venduti (+0,3%). È quanto emerso dalla conferenza stampa di fine anno di Confindustria Ceramica, che ha presentato il preconsuntivo elaborato da Prometeia. Nonostante l’aumento delle vendite, la produzione è prevista in calo del 2%, segno che, pur vendendo più piastrelle, la macchina produttiva sta rallentando. La domanda sui mercati esteri è stata un po’ come un viaggio in montagne russe: qualche alta, qualche bassa, ma con un recupero importante in Nord America e Asia, mentre l’Europa ha registrato una crescita stagnante. Se guardiamo ai numeri pre-pandemia, il settore segna un -7,5%, un dato che rende ancora più rilevante l’importanza di affrontare con decisione le sfide future.

Ciarrocchi (Confindustria Ceramica): “Abbandonare approccio ideologico nelle norme ambientali”

 “Il contesto competitivo nel quale le nostre aziende sono chiamate ad operare sarà determinato da decisioni di straordinaria importanza che l’Europa prenderà nei prossimi mesi, per le quali chiediamo il supporto ed il sostegno di tutte le istituzioni nazionali ed europee”, ha dichiarato il presidente di di Confindustria Ceramica, Augusto Ciarrocchi. “Siamo a favore di una decarbonizzazione pragmatica – ha proseguito –, che avvenga in tempi adeguati alle tecnologie realmente disponibili, evitando però di continuare a penalizzare la nostra industria che, grazie ai rilevanti investimenti fatti nel corso degli anni, ha già avviato percorsi con riduzione nelle emissioni che non hanno pari nel contesto internazionali. È essenziale che nella definizione delle norme in tema ambientale si abbandoni l’approccio ideologico fin qui seguito – che definisce aprioristicamente il traguardo ed i tempi -, senza considerare quali siano i possibili percorsi da intraprendere per arrivare al risultato”.

Il presidente non si è limitato a parlare di decarbonizzazione. Ha anche sottolineato la necessità di rivedere il sistema Ets, che, secondo lui, trasforma l’obbligo di acquistare quote di CO2 in una vera e propria tassa sulla produzione, penalizzando le tecnologie più efficienti come la cogenerazione. Il Bref Ceramico, le nuove normative che stabiliranno le migliori tecniche disponibili, è stato definito come un insieme di limiti tecnicamente impossibili da rispettare e privi di una valutazione economica concreta, in aperto contrasto con la Direttiva europea sulle emissioni industriali 2.0.

Energia e concorrenza internazionale: le sfide per la ceramica

Parlando di energia, il costo delle bollette è un altro doloroso tema. In Italia i prezzi di gas e elettricità sono ben più alti rispetto a quelli dei nostri vicini europei e degli altri Paesi. Una disparità che va risolta completando il mercato unico dell’energia, per evitare che le imprese italiane siano sempre quelle più penalizzate.

Il commercio internazionale, poi, porta con sé altre sfide. L’Europa sta infatti vedendo un aumento delle importazioni di ceramica a basso costo dall’India, provenienti da fabbriche che non brillano certo per i loro standard di tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Per questo, è urgente potenziare le politiche di difesa commerciale, alzando i dazi antidumping su ceramica indiana e stoviglie cinesi. Il presidente ha anche messo in evidenza l’importanza di un’etichettatura di origine obbligatoria, che darebbe una spinta alla tutela del Made in Italy, contrastando le distorsioni del “Made in” e recuperando significativi introiti per le produzioni italiane.

Le sfide per l’export: le possibili nuove tariffe e dazi Usa

I timori per un possibile rialzo dei dazi negli Stati Uniti sono forti, considerando che il mercato americano è uno dei principali mercati di export per la ceramica italiana. La preoccupazione cresce ulteriormente se si considera che, qualora il mercato statunitense si chiudesse, altri Paesi esportatori potrebbero indirizzare la loro sovrapproduzione proprio verso l’Europa, aumentando la concorrenza. Tuttavia, il Presidente è fiducioso: “Con l’appoggio delle nostre istituzioni, siamo pronti ad affrontare qualsiasi discussione e negoziato, certi della qualità dei nostri prodotti e dei nostri prezzi di vendita, che sono mediamente il doppio rispetto a quelli della concorrenza presente sul mercato statunitense”.

Infrastrutture: il segreto della competitività

Non si può parlare di competitività senza parlare di infrastrutture. La Bretella Campogalliano-Sassuolo, una delle arterie principali per il distretto ceramico emiliano, è in attesa di un upgrade che sarà fondamentale per il futuro. Se tutto va secondo i piani, i primi mesi del 2024 vedranno l’approvazione di un progetto di ammodernamento che riguarderà l’intera A22 del Brennero, la Cispadana e, naturalmente, la Bretella. Un passo fondamentale per mantenere alta la competitività del settore.

In sintesi, l’industria ceramica italiana, pur con segni di crescita, affronta un 2024 ricco di sfide legate a decisioni politiche, energetiche e commerciali che determineranno la sua competitività nel medio e lungo periodo.

Related Post
Categories: Economia e Imprese