Non era mai accaduto prima e allora la cosa migliore da fare è creare una cabina di regia. Un’altra. Spieghiamo: non era mai accaduto che lo Stato facesse un censimento del patrimonio immobiliare pubblico. Nel pieno della discussione sulla legge di Bilancio, ecco arrivare una nuova cabina di regia da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il ministro ha voluto rompere la sequenza di buchi politici e amministrativi sulla valorizzazione di un immenso patrimonio pubblico. Una miniera quasi fantasma che potrebbe fornire risorse importanti al bilancio dello Stato, oltre a migliorare l’aspetto strutturale e ambientale di edifici di pregio. Anzi, dal punto di vista paesaggistico e ambientale non c’è città che non abbia stabili in condizioni indecorose.
Dopo la prima riunione al ministero con la responsabilità della neo struttura affidata alla sottosegretaria Lucia Albano, si cerca di capire che cosa accadrà nei prossimi mesi. Fino a quando un patrimonio valutato (per difetto) in oltre 300 miliardi di euro continuerà a essere sacrificato alla burocrazia, all’incuria e allo spreco. I numeri non sono aggiornati, come ha ricordato la stessa Lucia Albano, ma la cabina di regia – se non vuole cadere nell’oblio – ha la possibilità di voltare pagina. Nessuno, però, parla dei tempi per vedere qualche soluzione, anche parziale, di valorizzazione degli immobili. E non è un buon segnale.
Patrimonio pubblico abbandonato: valorizzare o dismettere?
Il ministero dice che si parte da una frammentazione della proprietà per arrivare a un Piano strutturale di medio termine. Valorizzare o dismettere sono, intanto, le due parole che in questi giorni suscitano discussione intorno all’iniziativa. Va detto che è stata proprio la frammentazione della titolarità degli edifici, le cifre eventuali per risanarle e i deficit di bilancio a scoraggiare una “conta” attendibile di beni della collettività da parte dei governi precedenti. In ogni città ci sono strutture che i sindaci potrebbero mettere a disposizione di studenti, famiglie bisognose, creare quell’housing sociale di cui lo stesso governo parla, ma con scarsi risultati. L’abbandono è uno spreco insopportabile e una risposta dovrebbe arrivare anche dall’apertura ai privati. Non è questione secondaria e va tenuta nella dovuta considerazione per gli effetti moltiplicatori per le entrate pubbliche e per l’ambiente.
La cabina di regia è stata prevista da una legge di agosto del 2023 e Giorgetti intende perseguire “una gestione efficiente degli asset pubblici in particolare nell’ambito delle nuove regole di bilancio europee e del conseguimento dell’aggiustamento di bilancio”. Il governo pensa di farcela da solo o piuttosto la cabina al Mef ha bisogno dell’aiuto di imprenditori privati? Aver creato una nuova struttura può dare avvio a una riforma della gestione del patrimonio statale improduttivo. Fermo restando che dagli immobili da censire sono esclusi quelli del ministero della Difesa, alla cabina di regia possono partecipare i “rappresentanti di enti, organismi o associazioni portatori di specifici interessi”. Potrebbe essere loro interesse acquisire la proprietà delle strutture, beninteso con regole chiare e trasparenti, per rendere vantaggioso il possesso di edifici chiusi e trascurati da anni. Un cambiamento che i cittadini apprezzerebbero. Ma firse siamo solo all’inizio e con le finanze pubbliche in affanno.