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Cemento e tanti soldi: Montecarlo lancia il quartiere galleggiante

Wikimedia Commons

Quando lo spazio sulla terra ferma finisce e non resta che il mare cosa si può fare? A Montecarlo, nessuno si dà per vinto. Piuttosto si telefona all’architetto italiano di fama mondiale Renzo Piano e si commissiona la costruzione su un isolotto di sei ettari un super complesso di palazzi di lusso, ma forse anche spazi commerciali e un museo per un costo complessivo tra i due e i tre miliardi di euro e che promette di far guadagnare forse addirittura il doppio della spesa sostenuta sul lungo periodo: gli appartamenti saranno venduti ad un prezzo che varia da 50 ai 100 mila euro al metro quadro, a seconda della posizione e delle rifinitura. La consegna ultima del progetto di Piano e Valode & Pistre è attesa per il 2025.

L’avvio dei lavori, come riferiscono vari giornali, è partito la scorsa settimana quando le coste del Principato di Monaco hanno visto spuntare un blocco di cemento di esorbitanti dimensioni – 27 metri di altezza per 10mila tonnellate di stazza – trascinato da un rimorchiatore proveniente da Marsiglia. Ne sono attesi altri diciassette per segnare i confini dell’area marina in cui lavorare e creare una diga di protezione.

Christophe Hirsinger, amministratore delegato del colosso francese “Bouygues Construction” ha fatto sapere che “la struttura sottomarina è per metà completata” e una volta ultimata la base, sarà possibile costruire: saranno impiegate 600mila tonnellate di sabbia provenienti dalla Sicilia e che comporranno un terrapieno di trenta metri di altezza.

Il principe Alberto è entusiasta del progetto e, a quanto si dice, molto attento all’impatto ambientale dell’opera. E assicura che si tratterà di un “eco-distretto” in cui flora e fauna marina saranno debitamente tutelate.

Sessantamila metri quadri di abitazioni, un grattacielo, un parco di un ettaro, tre mila metri quadrati di negozi e un parcheggio costituiranno il nucleo centrale della piccola isola sostenibile al largo della costa del Principato e, per un livello di vendita medio di 80mila euro al metro quadro, un contributo da parte dello stato di 400 milioni e un ritorno in Iva e tasse pari a 750 milioni, promettono di arricchire ulteriormente i già facoltosi cittadini monegaschi.

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