Bollette più chiare e guerra ai servizi-truffa sui cellulari. L‘Autorità garante delle Comunicazioni (Agcom) dichiara guerra agli addebiti automatici sui servizi non richiesti dai clienti e spinge l’acceleratore sulla nuova bolletta telefonica. Quello dei servizi digitali a pagamento non richiesti (suonerie, giochi, acquisti in-app, etc) è un fenomeno annoso che ha gonfiato a dismisura le bollette di molti italiani negli ultimi mesi e che ha già portato, la scorsa settimana, a un severo provvedimento dell’Antitrust che ha multato i quattro operatori telefonici per un totale di 5 milioni di euro. Sulla questione delle bollette, invece, le esigenze di chiarezza, facilità di comprensione e trasparenza, spingono le Authority (anche quella sull’Energia ha avviato il percorso che porterà, dal prossimo settembre, a nuove bollette di una singola pagina al posto di cinque).
Per la precisione l’Antitrust ha comminato sanzioni da 1,7 milioni di euro a Telecom Italia e H3G e da 800mila euro a Wind e Vodafone, per i servizi premium – giochi, musica, contenuti erotici – attivati su cellulare senza il permesso degli utenti. “Non è la prima volta che li multiamo per questo motivo, ma stavolta è diverso: è la nostra decisione più importante, perché sancisce che quanto fatto finora dagli operatori non va più bene. E le cose devono cambiare: stimiamo che questo è un business da quasi un miliardo di euro l’anno, per gran parte costituito da attivazioni non richieste dagli utenti”, ha osservato il garante.
CELLULARI
Proprio per questo motivo è ora arrivato anche l’atteso intervento dell’Agcom, che in una delibera di 72 pagine resa pubblica ieri sul sito ha esposto le misure volte a troncare la zona grigia rappresentata dagli addebiti non richiesti. La più importante è questa: l’operatore potrà addebitare il costo del servizio solo se l’utente ha espresso “esplicito consenso” all’abbonamento. Come? Inserendo il proprio numero di telefono nella pagina stessa del servizio. Può sembrare una piccola cosa ma rivoluziona il sistema finora in uso su questo mercato, il cui valore si aggira intorno al miliardo di euro (secondo le stime di Agcom tra i 600 milioni e il miliardo).
Ad oggi il cliente viene abbonato con un clic sulla pagina del servizio: clic che può essere anche quasi involontario (per sfioramento del touch screen) o ottenuto in vario modo (persino usando banner invisibili che l’utente nemmeno vede e tocca inconsapevolmente con lo scrolling della pagina). Di qui la decisione di Agcom di permettere l’abbonamento solo se l’utente fa qualcosa che non può essere involontario, come l’inserimento del proprio numero, appunto. Non solo: con la novità introdotta, infine, si elimina anche l’altra pratica oggi in uso che consiste nel fatto che gli operatori trasmettano in automatico il nostro numero di telefono al fornitore del servizio, rendendo così possibile l’addebito.
RIMBORSI
L’Authority interviene anche per rendere più rapidi e facili i rimborsi per chi è incappato in addebiti non richiesti. È un altro problema da risolvere, perché molti clienti hanno dovuto affrontare il muro di gomma degli operatori. “Oltre al blocco preventivo degli addebiti – spiega l’Authority – gli utenti possono ottenere, con una semplice telefonata o un messaggio, la cessazione immediata di abbonamenti a servizi premium o a valore aggiunto attivati comunque inavvertitamente dall’utente o illecitamente da terzi nonché l’interruzione di ulteriori addebiti; in questi casi gli utenti potranno altresì richiedere agli operatori la restituzione delle somme addebitate con una procedura rapida e semplice”.
BOLLETTE PER CELLULARI E LINEA FISSA
La terza misura più significativa è la “bolletta trasparente” sia per i cellulari che per la rete fissa. Arriverà in automatico anche a chi ha l’addebito sul conto corrente o tramite carta di credito e sarà inviata per posta eletronica dagli operatori. La bolletta che dovrà includere nuove informazioni, tra cui anche il dettaglio degli abbonamenti a sovrapprezzo (uno dei problemi infatti è che gli utenti spesso non riescono a capire a quali servizi sono abbonati).
Per quanto riguarda la linea fissa, la delibera dell’Autorità impone agli operatori di inserire nuovi dati come la banda minima garantita per la navigazioni su Internet o il codice di migrazione per il passaggio ad un nuovo gestore telefonico. “Gli operatori – scrive l’Authority – dovranno indicare nella prima pagina ed in chiara evidenza, il “Codice di trasferimento dell’utenza” (che ora appare come codice segreto o codice di migrazione), secondo un’esposizione grafica standard, e fornire informazioni dettagliate relative alla qualità dei servizi di accesso ad internet (fisso e mobile) come, ad esempio, il valore della banda minima garantita contrattualmente, sia in download, sia in upload”.
Infine, Agcom chiede agli operatori di consentire agli utenti di disdire i contratti anche via email (non certificata), mentre oggi alcuni operatori impongono l’invio della più burocratica raccomandata A/R. Si apre ora però la questione di come confermare l’avvenuta ricezione della mail.
L’impianto dell’Authority è rigoroso, ma reggerà alle osservazioni che arriveranno dagli operatori? La delibera è soggetta a possibili modifiche, dato che va in consultazione pubblica per 60 giorni, prima di entrare in vigore. Nello stesso tempo si sta muovendo anche l’Antitrust, che ha chiesto agli operatori di dire in che modo intendono contrastare il problema degli abbonamenti non richiesti, sempre entro 60 giorni. In primavera, se tutto va bene, gli utenti potranno riprendere a navigare su cellulare e usare app senza più il timore di incappare nei servizi truffa.