Cinque mesi per il via libera definitivo alla Rete unica in fibra ottica tra le infrastrutture di Tim e quelle di Open Fiber sotto la regia della Cassa depositi e prestiti (Cdp), che della rete è l’azionista di controllo. È questo l’impegno firmato attraverso l’atteso Memorandum non vincolante dai consigli di amministrazione di Cdp Equity, Tim e Open Fiber riuniti ieri sera in seduta straordinaria e dai fondi KKR e Macquarie. Non è ancora la rete unica, ma è un passo decisivo per l’integrazione delle reti di Tim e Open Fiber, in cui sono presenti con partecipazioni azionarie anche i due fondi coinvolti nell’operazione.
“L’obiettivo del Memorandum – come spiega una nota ufficiale – è avviare un processo volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazione, non verticalmente integrato, controllato da Cdp Equity e partecipato da Macquarie e KKR, che consenta di accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture VHCN sull’intero territorio nazionale, permettendo così l’accesso ai servizi più innovativi ed efficienti offerti dal mercato alla generalità della popolazione, agli enti pubblici e alle imprese, contribuendo in tal modo ad uno sviluppo più celere, duraturo e sostenibile del Paese”.
Per realizzare l’operazione i sottoscrittori hanno convenuto sulla separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di Tim e l’integrazione delle prime con la rete controllata da Open Fiber con modalità ancora da definire. L’impegno di tutte le parti in causa è quello di arrivare alla firma di un accordo vincolante entro il prossimo 31 ottobre, che sarà ovviamente sottoposto alla definitiva approvazione dei cda e delle autorità regolatorie.
Labriola (ad di Tim): “Più risorse per mobile e servizi”
La firma del memorandum “è il primo passo di un piano coraggioso per Tim, la più grande azienda di telecomunicazioni italiana”. Così Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim ha commentato in un post inviato ai dipendenti il MoU con Cdp per la rete unica.
Il manager parla anche degli sviluppi che potranno seguire per il gruppo: “Dalla separazione dell’infrastruttura di rete fissa traiamo le risorse per investire nei sevizi e nello sviluppo dei rapporti con i clienti e del mobile, competendo più agevolmente nel mercato dei servizi digitali” e ha aggiunto, “diventa più concreto il progetto illustrato dal Piano Industriale” relativo al superamento dell’integrazione verticale e alla focalizzazione di Tim su tutti i servizi di telecomunicazione per i segmenti delle famiglie e delle PMI, sullo sviluppo del mobile e la definitiva affermazione come il player di riferimento nel segmento dei grandi clienti e la PA”.