Franco Bassanini è pronto a dimettersi dalla presidenza della Cdp ma lo farà solo se e quando il Presidente del Consiglio Matteo Renzi formalizzerà gli impegni che ha preso con lui nell’incontro di chiarimento dell’altro giorno a Palazzo Chigi e che sono attesi a breve.
E’ la prova che il problema della Cassa non è mai stato un problema di persone e men che mai di Bassanini, che in tutta la sua lunga attività istituzionale non è mai stato legato alle poltrone e mai ha anteposto le questioni personali ai compiti istituzionali, ma il ricambio ai vertici della Cassa è stato gestito a Palazzo Chigi in modo dilettantesco e il consigliere di Renzi, Andrea Guerra, pur essendo un ottimo manager, ha dimostrato di non sapersi muovere adeguatamente su terreni per lui inesplorati come quello della Cassa.
Oggi Guerra ha negato che il Governo voglia cambiare la mission delle Cassa ma non ha sgombrato il campo dalle ombre sostenendo che il Governo non punta al controllo di Telecom ma che nello statuto di Cdp c’è la possibilità di investire in aziende startegiche. Ma il punto è proprio questo: strategica è la rete di Telecom, che va certamente messa in sicurezza, ma non tutta Telecom, essendo stati i servizi di tlc liberalizzati da molti anni. Non si capirebbe perchè i risparmi postali degli italiani debbano essere impiegati dallo Stato per entrare nel capitale di Telecom.