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Cdp, nomine cda: nuova fumata nera. La parità di genere è il rebus che blocca il via libera dei soci. Il Tesoro ora ha tempo fino al 15 luglio

Imagoeconomica

Niente da fare, un’altra fumata nera. Nuovo rinvio al 15 luglio per la nomina del cda di Cassa depositi e prestiti. Lo indica una nota della società di via Goito. Si tratta dell’ennesimo aggiornamento delle nomine. Secondo fonti riportate anche da Radiocor, il rinvio è dovuto alla mancata individuazione da parte del Tesoro dei candidati per il cda, in particolare di quelli necessari a tenere in conto le quote di genere, mentre le Fondazioni azioniste di minoranza hanno già da tempo indicato i tre rappresentanti per il nuovo consiglio compreso il presidente, Giovanni Gorno Tempini, che sarà confermato. Il rebus, dunque, sono le quote rosa all’interno del consiglio di amministrazione.

Cdp, il rebus delle quote rosa e lo stallo del Tesoro

Ma perché questo stallo? Cosa sta succedendo in Cassa depositi e prestiti, controllata dal Mef (ministero dell’Economia) per l’82,77% e dalle Fondazioni che detengono il 15,93% della Cassa? Secondo fonti del Tesoro, non sarebbe possibile procedere a un via libera sulla lista unica dei candidati. E dunque, mentre le Fondazioni hanno già deciso (il placet è condiviso non solo sul presidente ma anche su due new entry quali Lucia Calvosa, ex presidente di Eni, e Luigi Guiso, economista), il Tesoro sta ancora discutendo sulla rosa dei sei nomi di designazione propria. Fuor di dubbio ormai la riconferma di Dario Scannapieco in qualità di amministratore delegato (voluto da Mario Draghi nel 2021, oggi viaggia verso il secondo mandato dopo che sulla nomina al vertice di Cdp la premier Giorgia Meloni ha optato per un iter nel segno della continuità col suo predecessore).

Cdp nomine, due settimane di tempo

E allora, dopo il nulla di fatto del 20 e 27 giugno, il governo anche stavolta ha deciso di prendere altro tempo per chiudere il dossier su Cassa. Il nodo del contendere resta, lo si diceva, quello della rappresentanza femminile all’interno del board: secondo Mf, delle quattro donne che, secondo lo statuto, dovrebbero comporre il cda in virtù dell’equilibro di genere (le uscenti sono Livia Amidani Aliberti, Anna Girello Garbi, Fabiana Massa Felsani e Alessandra Ruzzu), l’unica al momento individuata in ingresso è, appunto, Calvosa, espressione delle fondazioni. Sulle altre tre, Palazzo Chigi e via XX Settembre stanno faticando, e non poco, a trovare la composizione del puzzle. Ora c’è tempo fino al 15 luglio: due settimane.

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