Al Mef 1,78 miliardi di dividendo. Soldi che fanno comodo in un periodo in cui lo Stato ha più bisogno che mai di risorse per veicolare fondi all’economia reale alle prese con la crisi economica derivante dalla pandemia di coronavirus. L’assemblea degli azionisti di Cdp ha dato via libera al bilancio d’esercizio 2019, chiuso con un utile netto pari a 2,735 miliardi di euro, una raccolta pari a 356 miliardi di euro e un patrimonio netto consolidato pari a 36,1 miliardi di euro. Nel 2019, inoltre, Cassa Depositi e Prestiti ha mobilitato 34,6 miliardi di risorse, dando un contributo pari al 2,4% del Pil Nazionale.
Proprio in virtù dei risultati ottenuti lo scorso anno, l’assise riunitasi oggi – 21 maggio – ha approvato anche una sostanziosa cedola in favore dei suoi azionisti. Su 2,73 miliardi di utili, il dividendo arriverà a 2,153 miliardi di euro. A chi andranno questi soldi? Ai due soci di Cassa Depositi e Prestiti, vale a dire il ministero dell’Economia e delle Finanze, primo azionista con l’82,77% del capitale, e alle Fondazioni Bancarie, in possesso di una quota di minoranza pari al 15,93% (il rimanente 1,3% sono azioni proprie). Facendo dunque un semplice calcolo è facile comprendere come al Mef andrà un dividendo pari a 1,78 miliardi di euro, mentre alle Fondazioni saranno destinati i restanti 343 milioni di euro.
L’anno scorso, sui risultati conseguiti nel 2018, il colosso guidato da Fabrizio Palermo aveva deliberato un dividendo pari a 1,5 miliardi di euro (su un utile netto di 2,5 miliardi) e una cedola straordinaria pari a 960 milioni. Al ministero dell’Economia e delle Finanze andarono 1,3 miliardi in prima battuta e 794,5 milioni nella seconda, alle Fondazioni bancarie 250 a maggio 153 milioni a giugno.