Secondo gli azionisti privati, il contributo delle Fondazioni agli incrementi patrimoniali che la Cassa depositi e prestiti ha registrato dal 2003 ad oggi vale tre miliardi. Il valore si ricava dal parere del Consiglio di Stato sulla conversione.
I giudici amministrativi indicano che la quota degli enti nel capitale sociale è del 30%. Sulla base della perizia Deloitte, gli incrementi patrimoniali degli ultimi dieci anni – da quando cioè le Fondazioni sono entrate in Cdp – sono pari a circa 10 miliardi. Questo valore, secondo quanto risulta a Radiocor, sarà considerato un paletto nella trattativa con il Tesoro per la conversione.
Di conseguenza le pretese di via XX settembre sul conguaglio per le Fondazioni dovrebbero ridursi da 5 a un miliardo, considerando quanto già versato dagli enti.
Giovedì prossimo, intanto, un’assemblea totalitaria di Cdp inserirà una norma transitoria nello Statuto che porterà a una dilazione del termine per la conversione senza fissare una data specifica. La norma legherà la conversione al momento della definizione del prezzo. Il tutto dovrebbe chiudersi entro marzo.