Cassa Depositi e Prestiti Spa chiude i primi sei mesi del 2020 con utili netti per 1,3 miliardi di euro, in calo rispetto agli 1,5 miliardi registrati nello stesso periodo dello scorso anno per effetto della pandemia. Il margine di intermediazione si attesta invece a 1,9 miliardi, in linea con l’anno scorso.
A livello consolidato, il gruppo Cdp registra un rosso di 700 milioni (contro l’utile di 2,2 miliardi del primo semestre 2019) soprattutto a causa della valutazione a patrimonio netto della partecipata Eni (-2,3 miliardi) dopo la perdita registrata dal cane a sei zampe nel semestre, pari a 7,34 miliardi.
Sempre nel primo semestre, la raccolta postale è cresciuta oltre quota 271 miliardi (dai 265 di fine 2019) grazie alla performance della raccolta netta di Cassa, riconducibile anche al lancio di nuovi prodotti e all’attivazione di nuovi servizi digitali, che hanno contribuito a una significativa crescita delle vendite sul canale online (+85%).
Nel periodo, Cdp ha effettuato una serie di emissioni che tenevano conto dei fattori Esg, come il Social Housing bond da 750milioni e il Covid-19 Social Response bond da un miliardo.
Il patrimonio netto di Cassa spa a fine giugno risultava pari a 24 miliardi ( dai 25 di fine 2019).
Nella nota, Cdp ricorda che nel semestre ha mobilitato risorse a favore delle imprese per 12,3 miliardi. Agli enti locali e alla realizzazione di opere infrastrutturali e progetti di riqualificazione urbana sono andati altri 2,2 miliardi. Nei confronti della P.a., aggiunge la nota, Cassa ha varato una vasta rinegoziazione di mutui che ha registrato adesioni da parte di oltre 3.000 enti territoriali. In totale sono stati rinegoziati 80.000 contratti per un debito residuo totale di oltre 20 miliardi. L’operazione ha liberato risorse per circa 800 milioni.
Infine, ricorda ancora la società presieduta da Giovanni Gorno Tempini e guidata da Fabrizio Palermo, Cdp ha mobilitato 15 miliardi per il sostegno del Paese in risposta al Covid-19.