Con la conversione in legge del decreto sulla “spending review” (legge 135 del 7 agosto 2012) il Governo ha aggiunto un altro tassello alla sua opera di razionalizzazione della struttura delle partecipazioni pubbliche.
Infatti, in sede di conversione del decreto è stato aggiunto un titolo (Titolo V bis, su “efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, e misure di razionalizzazione dell’amministrazione
economico-finanziaria nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario”), che contiene alcuni articoli fra cui il 23 bis, che tratta di “dismissione e razionalizzazione di partecipazioni azionarie dello Stato”.
A questo scopo, è stato attribuito alla Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp) il diritto di opzione per l’acquisto delle partecipazioni azionarie detenute dallo Stato in Fintecna S.p.A., Sace S.p.A. e Simest S.p.A. (in allegato un breve profilo delle 4 società coinvolte). I diritti di opzione possono essere esercitati anche disgiuntamente entro 120 dall’entrata in vigore della legge (avvenuta il 15 agosto, giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). Entro dieci giorni dall’eventuale esercizio dell’opzione, Cdp provvede al pagamento al Ministero dell’economia e delle finanze del corrispettivo provvisorio, pari al 60 per cento del valore del patrimonio netto contabile come risultante dal bilancio consolidato ove redatto, al 31 dicembre 2011 di ciascuna società per la quale ha esercitato l’opzione. Il valore definitivo di trasferimento, ritenuto congruo da Cdp, è determinato con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di esercizio dell’opzione.
Con questa manovra il MEF ritiene di poter portare cassa nel bilancio dello Stato per circa 10 miliardi, da destinare per l’ammortamento dei titoli di Stato o per il pagamento dei debiti dello Stato. Non cambierà invece la natura dell’attività delle tre società. Fintecna, Sace e Simest continueranno a svolgere le attività loro già affidate sulla base di provvedimenti normativi e regolamentari attualmente. La Simest S.p.A., nella gestione degli interventi di sostegno finanziario all’internazionalizzazione del sistema produttivo, continua ad osservare le convenzioni con il Ministero dello sviluppo economico già sottoscritte o che verranno sottoscritte in base alla normativa di riferimento.
Dunque, la manovra ha un senso se la si legge come la possibilità di utilizzare una parte dell’abbondante free capital di Cdp per produrre cassa per lo Stato e diminuirne il debito. Teniamo presente che le 3 società che saranno acquisite da Cdp sono tre “mucche da mungere” e non certo tre scatole vuote o in perdita. Fintecna ha un patrimonio netto di € 2,3 miliardi, ma con il pacchetto di Fincantieri e gli immobili pubblici potrebbe avere notevoli plusvalenze. Sace dal 2004 (quando fu trasformata in Spa) ad oggi ha prodotto 3,4 miliardi di utili netti e ne ha distribuiti 2,3 al MEF come dividendo, cui si aggiunge, nel 2007, il dividendo straordinario di € 3,5 miliardi (in seguito al pagamento anticipato dei debiti riscadenziati da parte della Russia); ha un patrimonio netto di tutto rispetto (€ 6,2 mld più altri 2,3 mld di riserve tecniche) e buone prospettive di crescita ulteriore. Simest è la più piccola, ma anch’essa produce da anni un, seppur modesto, utile. Dall’altro lato, un ulteriore obiettivo di questa norma è quello di valorizzare il ruolo della Cdp come moderno centro di riferimento delle partecipazioni statali, intese non come gestione di imprese in sofferenza ma di società di servizio pubblico efficienti e ben gestite.
Dal punto di vista del sistema di sostegno all’internazionalizzazione, la legge 135/2012 non modifica molto, salvo il fatto che Sace e Simest non riferiscono più direttamente al ministro dell’economia, ma solo indirettamente, attraverso la corporate governance della Cdp. Due considerazioni vanno tuttavia effettuate al riguardo: per primo, ancora una volta non si trova l’occasione per potenziare questo sistema di sostegno, e si rimanda il tutto a tempi migliori, se e quando verranno; in secondo luogo, si continua a legiferare in tema di internazionalizzazione sovrapponendo norme su norme senza alcuna razionalizzazione del quadro legislativo. Solo nel periodo del Governo Monti, almeno una decina di provvedimenti hanno riguardato questa materia, spesso inclusi in norme di tutt’altro indirizzo: non è il modo migliore per facilitare il compito delle nostre imprese che tutti i giorni, esportando e cercando nuovi mercati e nuovi investimenti, riescono a sostenere, almeno in parte, la cigolante economia del nostro paese.
Allegati: Profilo di Cdp, Sace, Fintecna e Simest.pdf