X

Cavazzuti: un mercato senza regole non è più un mercato e l’High frequency trading andrebbe abolito

A fronte di quanto è avvenuto e che sta ancora avvenendo nelle borse valori di tutto il mpondo, mi domando se non sarebbe il caso di riconsiderare l’opinione di Keynes esposta nella Teoria Generale del 1936. Ovvero che “Si è generalmente d’accordo sul fatto che i “casinos”, in nome del pubblico interesse, dovrebbero essere resi inaccessibili e molto costosi. E ciò vale anche per gli Stock Exchanges”.

Certo è che dai tempi di Keynes molte cose sono cambiate. Ad esempio sono diventate operanti le reti informatiche che ininterrottamente nel corso delle 24 ore legano tra loro i mercati di borsa e che hanno enormemente accresciuta la velocità dei movimenti dei capitali tra le diverse piazze finanziari.

Ma ciò che dai tempi di Keynes non è certo cambiata è la propensione di molti (intermediari finanziari e singole persone fisiche) a speculare in borsa alla ricerca di guadagni immediati piuttosto che di rendimenti di lungo periodo, correlati all’andamento dei profitti attesi generati dalle società ammesse alla quotazione e alla negoziazione di borsa. Ricerca di guadagni immediati oggi favorita anche dalle nuove tecnologie informatiche che guidano le negoziazioni sulle più diverse piattaforme informatiche.

Se qualche giorno orsono nei primi cinque minuti di apertura della borsa di Wall Street l’indice di borsa è crollato di quasi il cinque per cento, è difficile sostenere che tale crollo sia dovuto alla “mano invisibile” che guida le scelte consapevoli degli operatori di borsa che tutti assieme e in pochi minuti hanno deciso di allagare il mercato di vendite dei valori mobiliati che avevano in magazzino.

Si aggiunga, ad esempio, che da sempre operano sui mercati di borsa anche i c.d. “broker puri” (spesso facenti parte di una banca universale) che guadagnano le commissioni sia che il volume degli scambi intermediati sia in acquisto oppure sia in vendita. E’ ovvio che maggiore, per ogni dato istante di tempo della negoziazione continua, è il volume degli scambi, maggiori sono le commissioni guadagnate dal broker.

Questi comportamenti, da qualche tempo sono stati esasperati dai progressi della nuova tecnologia informatica che ha introdotto la c.d. High frequency trading: ovvero la possibilità di affidare ad un complesso sistema di algoritmi gestiti dai computer dei grandi intermediari finanziari di accrescere la velocità degli scambi su cui lucrare sia le commissioni sia le micro variazioni positive o negative dei prezzi che si susseguono ininterrottamente in ogni secondo delle negoziazioni.

Se si aggiunge che questi complicati algoritmi gestiti dai computer (leggi prevalentemente delle grandi banche americane) sono assai tra di loro simili rispondendo allo stesso modo alla medesima variazione di un parametro (ad esempio alla notizia che la Cina per immettere liquidità sul mercato ha venduto una grande volume di titoli del tesoro americano), si può concludere che i mercati di borsa sulle più diverse piattaforme di negoziazione, oltre che irrazionali sono anche del tutto fuori dal controllo che sarebbe dovuto alla intelligenza degli intermediari.

In attesa che i computer divengano intelligenti, si deve ricordare che un mercato senza regole non è più un mercato, ma, direbbe Keynes, un casinos” cui si potrebbe rimediare, in nome del pubblico interesse, abolendo su tutte le borse valori e sulle numerose piattaforme informatiche per la negoziazioni dei valori mobiliari, quanto meno la possibilità di ricorrere ai complicati algoritmi che generano automaticamente la negoziazione c.d. High frequency trading e che tanta responsabilità hanno sulla irrazionalità degli andamenti degli scambi.

Related Post
Categories: News