Colpo di scena in casa Cattolica Assicurazioni: il cda della compagnia veronese, che si è riunito oggi pomeriggio, ha improvvisamente revocato all’amministratore delegato Alberto Minali le deleghe operative e, sentito il Comitato Nomine, ha conferito tutti i poteri al Direttore Generale, Carlo Ferraresi. La notizia è arrivata a mercati chiusi, come un fulmine a ciel sereno, ed è stata spiegata attraverso un comunicato diffuso dalla società al termine del consiglio di amministrazione.
“Il Cda – spiega la nota – ha constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con l’amministratore delegato per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’amministratore delegato verso il Consiglio di Amministrazione e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze”.
A Minali viene contestata – soprattutto dai soci che fanno capo al prsidente Paolo Bedoni – la propensione verso la trasformazione della governance dalla società cooperativa alla spa, malgrado proprio alla vigilia l’ad avesse confermato a FIRSTonline che l’attuale governance è “soddisfacente” e che “la trasformazione in spa non è all’ordine del giorno”. E malgrado la conduzione di Minali avesse suscitato l’interesse di Warren Buffett e di una ventina di fondi americani che hanno investito nella Cattolica.
Il blitz anti-Minali è destinato a far discutere e a riproporre l’interrogativo sulla compatibilità o meno per società di media dimensione tra la quotazione in Borsa e la governance di tipo cooperativo dove nelle assemblee si vota per testa, indipendentente dalla quota azionaria posseduta. In pratica Warren Buffett, che detiene il 9% del capitale e i 20 fondi americani che ne hanno seguito l’esempio, contano come il due di picche e nulla hanno potuto dire sulla defenestrazione di Minali, salvo eventualmente decidere la vendita dei loro titoli azionari.
Alberto Minali, veronese classe 1965, laureato alla Bocconi e con un passato in Generali (di cui è stato anche Cfo e poi Direttore generale), lascia dunque la guida di Cattolica Assicurazioni dopo meno di due anni e mezzo: era infatti diventato CEO della compagnia assicurativa veneta il 1° giugno del 2017. Le sue deleghe vanno a Carlo Ferraresi, 53 anni, dal 2017 direttore generale di Cattolica Assicurazioni. Il manager è nel gruppo dal 2012, come direttore finanza e investor relations manager, mentre in precedenza era stato managing director in Credit Agricole.
“Il Consiglio di amministrazione – prosegue la nota – ha confermato la volontà di perseguire l’attuazione del piano di crescita già annunciato ai mercati ed ha ribadito l’impegno a difendere i valori fondanti e il modello cooperativo e a valorizzare la sostenibilità nel tempo dell’investimento dei soci e degli investitori. Il Cda ha confermato, altresì, di proseguire il percorso di innovazione e di adeguamento della governance societaria, secondo le migliori pratiche del mercato; un percorso da tempo intrapreso anche attraverso l’adozione del sistema monistico e la possibilità anche per i soci di capitale di partecipare alla governance”.
Il cda ha dato però atto a Minali di aver raggiunto risultati di bilancio molto buoni, i migliori dell’ultimo decennio: 107 milioni di risultato netto. Minali, pur sfiduciato da ad, resta nel board. “Sono veronese, ho una moglie veronese, ho due figlie veronesi ma nessuno è profeta in patria” aveva scherzosamente detto a FIRSTonline due giorni fa.