Carles Puigdemont si gioca l’ultima carta. Il presidente destituito della Catalogna, che domani dovrebbe essere nuovamente nominato Governatore della Generalitat, ha inviato una lettera al neoeletto presidente del Parlament catalano, Roger Torrent, chiedendo di ricevere l’immunità parlamentare e poter così partecipare ala seduta dell’assemblea di investitura che si terrà domani, 30 gennaio, senza rischiare di essere arrestato.
Lo scrive il quotidiano iberico El Pais, secondo cui, Puigdemont avrebbe richiesto di “godere dell’immunità, con l’effetto di non poter essere arrestato se non in caso di delitto flagrante” e di veder garantito il suo diritto di assistere domani alla seduta durante la quale dovrebbe essere rieletto capo del governo catalano.
La Corte Costituzionale ha infatti stabilito che la nomina del nuovo presidente possa avvenire solo con la presenza dello stesso nell’aula parlamentare, escludendo la possibilità di “investitura telematica o per delega a un altro parlamentare” paventata fino a pochi giorni fa. Parlando in parole povere, Puigdemont, autoesiliatosi in Belgio, dovrà presentarsi di persona in Parlamento, in caso contrario non potrà essere confermato alla guida della Catalogna. Senza immunità però, tornare in Spagna significherebbe rischiare l’arresto immediato per ribellione, sedizione, malversazione.
Già da questa mattina inoltre, la polizia ha disposto posti di controllo sull’autostrada Ap7 al confine con la Francia per impedire che il leader indipendentista “torni casa” sfuggendo ai radar della giustizia.
Il ministro degli Interni spagnolo, Juan Ignacio Zoido, ha avvertito che non potrà tornare “neanche nascosto nel bagagliaio”.
Nel frattempo, i giudici costituzionali non hanno ancora espresso il loro parere sul ricorso presentato dal governo spagnolo che mira ad annullare la candidatura di Puigdemont alla presidenza regionale. Alla sessione di investitura, che si aprirà il 30 gennaio alle 15.00, mancano però meno di 24 ore. Il tempo stringe e l’ex presidente