Catalogna, Fed e petrolio sono al centro delle attenzioni in avvio di settimana. Poco mosse le borse asiatiche, ma a Taiwan salgono i titoli dei fornitori di Apple. La Borsa del Giappone è in lieve calo dopo il +1,4% della scorsa settimana: indice Nikkei -0,2%. Deboli anche i mercati della Cina: indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,4%. Hong Kong guadagna lo 0,1%. In rialzo Corea del Sud (indice Kospi +0,2%) e India (indice BSE Sensex +0,4%):
Bene anche gli energetici: il greggio si mantiene stamane sopra i sessanta dollari (Brent a 60,40 dollari, Wti a 53.95). L’Arabia Saudita sta premendo sui produttori per estendere oltre marzo i tagli della produzione.
BARCELLONA IN STALLO DOPO IL CORTEO UNIONISTA
Sempre debole l’euro. La moneta unica scivola a 1,1613 sul dollaro, ai minimi da luglio, in attesa degli sviluppi della crisi catalana. Ieri gli unionisti (da 300 mila a 1,3 milioni di persone a seconda delle stime) hanno sfilato per le vie di Barcellona a favore dell’unità nazionale. La tensione promette di durare almeno fino alle elezioni regionali del 22 dicembre in un clima surreale.
Il governo catalano, destituito, non ha compiuto alcun passo sostanziale per applicare l’indipendenza. Da parte di Madrid, nelle ultime 48 ore, non ci sono state azioni dirette, a parte il licenziamento del capo della polizia regionale. Questa mattina, molti funzionari catalani dovranno decidere a chi essere fedeli: alla Generalitat catalana o allo Stato centrale. In tutto questo, alle nove, viene pubblicato il dato sul Pil della Spagna del terzo trimestre.
FED, IL FAVORITO È POWELL
A favore del dollaro giocano invece sia i buoni dati del prodotto interno lordo, usciti venerdì, che l’attesa per la nomina del nuovo presidente della Fed, la decisione più importante per i mercati finanziari.
Il favorito, secondo The Wall Street Journal è la colomba Jerome Powell. Il Presidente dovrebbe prendere la decisione prima della partenza per il suo viaggio (undici giorni) in Asia in cui visiterà Giappone, Corea del Sud, Cina, Filippine e Vietnam. Nel frattempo Janet Yellen ha rinunciato alla conferenza stampa dopo la riunione del direttorio di questa settimana. I membri del board dovranno comunque valutare la forza della ripresa dell’economia Usa: dopo la conferma dell’aumento del prodotto interno lordo al 3% nel terzo trimestre, i dati sul lavoro dovrebbero segnalare 300 mila assunzioni nel mese di novembre oltre a un significativo aumento delle retribuzioni. Tra i dati in arrivo oggi anche i redditi famiglie e la spesa per consumi a settembre.
TASSI GIAPPONESI FERMI, SALGONO QUELLI INGLESI
Domani e mercoledì si terrà anche la riunione del direttorio della Bank of Japan, seguita dalla conferenza stampa del governatore Haruhiko Kuroda. Scontata la conferma della politica dei tassi negativi in vista della nuova onda dell’Abenomics. Altrettanto scontata la rielezione di Kuroda, il cui primo mandato scadrà ad aprile.
Assai più movimentata si annuncia la riunione della Bank of England, che dovrà decidere se aumentare, dopo dieci anni, i tassi sulla sterlina dall’attuale 0,25 allo 0,50%. A favore dell’aumento ci sono sei membri del board, tre i contrari.
La Bce, una volta confermata la politica accomodante seguita da Mario Draghi (ed incassate le ormai consuete critiche di Jens Weidman, governatore della Bundesbank) si prepara a fronteggiare le eventuali ricadute della crisi spagnola sull’euro. Oggi saranno diramati i dati sulla fiducia economica nell’Eurozona. Domani la Borsa di Francoforte sarà chiusa per festività.
OGGI L’ASTA BTP DOPO LA PROMOZIONE DEL RATING
Una volta tanto le buone notizie arrivano dall’Italia. Venerdì sera S&P ha alzato il rating a BBB da BBB- motivando la decisione con il miglioramento complessivo dell’economia e delle banche in particolare. In questa cornice si terrà stasera l’asta del Tesoro su CcTeu e BTp a 5 e 10 anni per un importo fino a 7,5 miliardi.
C’è attesa per l’intervento di Ignazio Visco che martedì parlerà alla Giornata del Risparmio, dopo la sua riconferma a governatore di Bankitalia e alle polemiche che hanno preceduto la sua nomina. Sul fronte macro, da segnalare in settimana anche i dati di inflazione e disoccupazione.
GOLDMAN SACHS: CON IL FISCO LEGGERO 75 MILIARDI DI BUY BACK
Wall Street riparte dopo il rally dei tecnologici di venerdì (Nasdaq +1,5%). Da inizio 2017 l’indice S&P guadagna il 14,4%. Alcuni osservatori guardano con preoccupazione la crescita del rapporto P/e, arrivato a 22,6 volte contro una media storica di 19,5. Ma a favore di un finale d’anno in crescita depone l’attesa della riforma fiscale di Donald Trump. Gli analisti stanno rivedendo i conti alla luce del taglio della corporate tax al 20% dall’attuale 35%. Secondo Goldman Sachs la riforma dovrebbe comportare un aumento dei profitti aziendali del 12%, ovvero 156 miliardi di dollari, liberando 75 miliardi di dollari per operazioni di buyback a vantaggio degli azionisti.
ARRIVANO I CONTI DI APPLE. LA SCOMMESSA È L’IPHONE X
In questa cornice continua la sfilata delle trimestrali. Su tutte quella di Apple, +3,6% venerdì. Il mercato aspetta novità sulle vendite di i Phone X, dopo l’avvio delle consegne venerdì 27. La Mela, secondo indiscrezioni, ha in magazzino solo 2-3 milioni di pezzi per servire il mercato nei prossimi giorni. Secondo il Nikkei Times, Apple distribuirà al mercato solo 20 milioni di pezzi entro la fine dell’anno, molto meno delle richieste.
Dopo le performance record di Alphabet e Amazon sale anche l’attesa per i conti di Facebook. Tra le trimestrali in arrivo nella settimana ci sono anche quelle di Pfizer, Kraft Heinz, Ralph Lauren, Aig, Starbucks, Yum Brands e Procter & Gamble.
A PIAZZA AFFARI I CONTI DI FERRARI E TENARIS
Sul fronte delle trimestrali da segnalare oggi Terni Energia. Domani sarà la volta di Cnh Industrial e di Ansaldo Sts. Mercoledì arriveranno i conti di Tenaris (in contemporanea con Bp, seguita il giorno dopo da Shell) Giovedì toccherà a Ferrari e a Ei Towers.
SOLE 24 ORE, NEL PROSPETTO 80 PAGINE DEDICATI AI RISCHI
Oggi ci sarà l’avvio dell’aumento di capitale del Sole 24 ore. Nel prospetto informativo ci sono 80 pagine dedicate ai “fattori di rischio connessi all’operazione (importo 50 milioni). Rischi connessi all’indebitamento finanziario del gruppo, per la mancata attuazione del piano, rischi sulle vendite, sui dividendi, e sulla mancata sottoscrizione degli accordi con le banche. I revisori evidenziano anche “l’esistenza di rilevanti fattori di incertezza che fanno sorgere dubbi significativi sulla capacità del gruppo di continuare ad operare sulla base del presupposto della continuità aziendale”.
MEDIOBANCA, I FONDI PIÙ FORTI DEL PATTO
Tra i titoli da seguire oggi Mediobanca dopo l’assemblea di sabato in cui le azioni degli investitori istituzionali hanno superato per la prima volta il patto (29,6% contro 28,6%). Rispondendo ai soci Alberto Nagel ha ribadito l’intenzione di cedere una parte della sua quota in Generali anche più del 3% previsto, a fronte di opportunità di reinvestimento dei proventi “in attività che creino valore”. La cessione potrà avvenire tramite collocamento sul mercato o privato. “Un anno fa c’era l’esigenza di vendere dal punto di vista del capitale. Ora non c’è più ma c’è sempre l’opportunità di farlo”, ha detto Nagel, non escludendo l’ipotesi del conferimento della quota in un veicolo da condividere con altri investitori, in cui Piazzetta Cuccia avrebbe il 51%.