L’edificio simbolo di Ferrara è diventato la casa – provvisoria ma di straordinario fascino – delle notevolissime raccolte d’arte delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari, inagibili dopo il terremoto del 2012.
A fare da apripista a questo ciclo espositivo sono stati Boldini e De Pisis, entrambi presenti nelle raccolte civiche in modo ampio e con testimonianze di assoluto rilievo.
Nei prossimi mesi un importante nucleo di opere di Boldini volerà in Cina dove, al World Art Museum di Pechino, gli sarà dedicata la prima retrospettiva in quel grande Paese. Questo coinciderà con il disallestimento della sezione boldiniana in Castello, rinnovamento già preventivato, visto che il progetto L’arte per l’arte ideato da Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie d’Arte Moderna, ipotizzava in Castello una successione di mostre.
Attingendo ancora alle raccolte pubbliche ferraresi, gli spazi che ora accolgono Boldini ospiteranno una selezione di opere di altri protagonisti dell’arte a Ferrara tra Otto e Novecento, in particolare Gaetano Previati e Giuseppe Mentessi. Resterà invece immutato il percorso dedicato a Filippo de Pisis.
«È questa un’ulteriore occasione – afferma Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara – per ammirare il patrimonio delle Gallerie di Palazzo Massari. L’intento è quello di continuare a tenere vivi i musei, nonostante la chiusura della loro sede per restauro, e offrire una nuova opportunità per visitare il Castello Estense».
«L’edizione 2016 dell’Arte per l’arte si apre con uno scorcio sull’arte italiana tra Ottocento e Novecento, focalizzando l’attenzione sul contributo degli artisti ferraresi», anticipa Maria Luisa Pacelli.
Nelle sale riccamente decorate del piano nobile del Castello si svilupperà l’allestimento La libertà dell’arte. Tra verità e immaginazione, proponendo un breve ma interessante viaggio tra alcuni dei diversi orientamenti che, sul finire dell’Ottocento, fanno a gara per rinnovare i convenzionali linguaggi dell’arte: dalle poetiche del vero all’arte di idee, dalla pittura di macchia al divisionismo, dalla rappresentazione della vita moderna alle suggestioni decorative del Liberty. Tra i protagonisti vi sono artisti ferraresi attivi sulla scena italiana, come Giuseppe Mentessi, Alberto Pisa o Arrigo Minerbi, e, accanto ad essi, figure di statura internazionale quali Giovanni Boldini e Gaetano Previati, che fu interprete del divisionismo e della vague simbolista. L’allestimento si svilupperà per sale tematiche che richiamano i motivi portanti delle ricerche a cavallo tra Otto e Novecento: il ritratto moderno e i suoi nuovi codici, i temi storico-allegorici e la dimensione monumentale e decorativa, i nuovi soggetti della modernità, il paesaggio reale e il paesaggio dell’anima, le tensioni morali e spirituali alla vigilia della grande guerra.
Il percorso prosegue poi nello scrigno dei Camerini di Alfonso I, dove rimane allestita la selezione di capolavori di Filippo de Pisis, che racconta la parabola artistica di un altro talento ferrarese, attivo sul palcoscenico italiano e parigino a partire dagli anni Venti del Novecento. Il ricchissimo fondo ferrarese di opere depisisiane, costituito soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta, permette di rivisitare tutto il suo percorso creativo. Dalle opere giovanili, da cui traspare la riflessione di De Pisis sull’incontro con De Chirico e la pittura metafisica, ai capolavori del periodo parigino che segnano la nascita di un linguaggio personale, trascrizione pittorica delle brucianti emozioni che la Ville lumière procura al pittore, fino alla produzione successiva al rientro in Italia, esiti estremi nei quali la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale.