(Teleborsa) – Il numero uno della Banca Popolare di Milano, Giuseppe Castagna, torna a perorare la causa della fusione con Banco Popolare, affermando che se i soci non dovessero approvarla, la banca sarebbe “facilmente scalabile” e i suoi dipendenti si ritroverebbero “senza protezioni”.
Lo ha detto il manager in una intervista a Il Sole 24 Ore, sottolineando che l’affluenza alla prossima assemblea del 15 ottobre sarà cruciale.
Castagna ha spiegato infatti che BPM dovrebbe “comunque diventare una Spa” e che, in caso di rigetto delle nozze con il Banco, bisognerebbe poi “convocare nuovamente l’assemblea per la Spa, che è obbligatoria per legge entro fine anno”. “Il rischio – ha agigunto – è che si vada verso un’operazione di aggregazione non gestita, dove conterà solo chi aggrega, e comunque dove non ci potrà che essere una condizione di minor favore”.
Diversa la situazione del banco Popolare dove, a quanto pare, il quorum è “blindato”.