Per ora è troppo presto per scendere nei dettagli di quello che succederà all’indomani dell’attuazione della legge che impone la trasformazione delle banche popolari in Spa e che, con tutta probabilità, sarà approvata in via definitiva dal Parlamento il 26 marzo prossimo. Ma la Bpm, che esce da un anno di rafforzamento dopo l’aumento di capitale e il superamento degli stress test e che opera in uno dei tessuti più ricchi d’Europa, si candida a essere centro d’aggregazione nel mondo delle Popolari.
“Non so se aggregheremo, non so che tipo di aggregazioni ci potranno essere perché è davvero prematuro parlarne, ma siamo pronti e preparati. Pensiamo che questo processo sia inevitabile, anche perché era nello spirito della legge e Bpm sarà nel cuore di questo processo”, ha detto il consigliere delegato di Bpm Giuseppe Castagna durante la conferenza stampa di presentazione del 150esimo anniversario della banca che si è svolta questa mattina a Piazza Meda.
La legge che impone la trasformazione in Spa delle banche popolari con più di 8 miliardi di asset provocherà probabilmente un processo di consolidamento nel settore. Il provvedimento, ha fatto notare Castagna, è giunto “inaspettato”. Ma il consigliere delegato ha allo stesso tempo sottolineato che “non potevamo immaginare un momento migliore per affrontare un cambiamento così epocale. Abbiamo le spalle forti, siamo una banca forte e abbiamo la possibilità di costruire un nuovo sistema bancario, magari replicando quanto avvenuto alla fine dello scorso millennio, quando dall’unione di diverse realtà locali è nata quella che oggi è una delle banche più forti d’Europa, ovvero il gruppo Intesa Sanpaolo”, in cui lo stesso Castagna si è formato.
Sui tempi però nessuna indicazione: “Si tratta di trovare un progetto intelligente, valido per la banca e che crei valore per tutti – ha spiegato Castagna – Ci metteremo il tempo che serve. Abbiamo la fortuna di avere interlocutori attenti e interessati alla nostra banca”.
Il presidente del Consiglio di sorveglianza della banca, Piero Giarda, ha poi escluso che la Bpm pensi a investire la Corte Costituzionale per mettere in discussione il decreto del Governo che stabilisce la trasformazione delle maggiori Popolari in spa.