I ministri dell’Economia dell’Unione europea, riuniti martedì per l’Ecofin, hanno dato il via libera definitivo a Sure, il nuovo fondo da 100 miliardi di euro che distribuirà linee di credito agli Stati per finanziare la cassa integrazione. Sarà operativo dal primo giugno di quest’anno al 31 dicembre 2022, ma – su proposta della Commissione – il Consiglio europeo potrà decidere di prolungare la vita del fondo: la proroga sarà al massimo di sei mesi, ma potrà essere reiterata se le economie europee continueranno ad arrancare sotto i colpi del Covid-19.
Nel dettaglio, i prestiti di Sure potranno essere usati dai governi per coprire (almeno in parte) l’impennata della spesa pubblica legata a regimi di riduzione dell’orario lavorativo e a misure analoghe. In gioco non c’è solo il finanziamento della cassa integrazione per i lavoratori dipendenti, ma anche quello degli ammortizzatori sociali per i lavoratori autonomi, oltre a determinate misure di carattere sanitario, in particolare sul posto di lavoro.
“Sure sarà una rete di sicurezza vitale per proteggere i posti di lavoro e i lavoratori, in quanto garantisce che gli Stati membri dispongano dei mezzi necessari per finanziare misure di lotta contro la disoccupazione e la perdita di reddito”, ha commentato il presidente di turno dell’Ecofin Zdravko Maric, ministro delle Finanze e vicepremier della Croazia.
Sure è una delle tre misure che compongono il pacchetto d’interventi già varato dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo in risposta alla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. Gli altri due pilastri sono i prestiti a tassi agevolati del Mes (240 miliardi per le spese sanitarie dirette e indirette legate all’emergenza) e i nuovi crediti della Banca europea per gli investimenti (Bei) alle imprese (200 miliardi).
In tutto, le tre misure valgono 540 miliardi di euro. Questi soldi si sommeranno al nuovo Recovery Fund, attualmente allo studio della Commissione europea. Su questo capitolo della trattativa, il più importante, lunedì Francia e Germania hanno presentato una proposta che prevede la creazione di un fondo da 500 miliardi di euro di aiuti a fondo perduto (dunque non prestiti da rimborsare come quelli del Mes, di Sure e della Bei), reperiti sui mercati attraverso l’emissione di bond della Commissione europea e destinati ai Paesi più colpiti dal Covid-19.