Nel 2020 sono state autorizzate quasi tre miliardi di ore di cassa integrazione tra quella ordinaria e quella in deroga, ma ne sono state utilizzate appena il 40%. Lo scrive l’Inps nel pre-rendiconto sociale sul 2020, precisando che il dato non tiene conto delle ore autorizzate dai Fondi di solidarietà.
Nel complesso, sono stati autorizzati 1,98 miliardi di ore di cassa integrazione ordinaria e quasi 981 milioni di ore di cassa in deroga: l’utilizzo si è fermato rispettivamente a 700 milioni e a 494 milioni di ore (il 35 e il 50%).
L’impiego della Cig largamente inferiore al previsto ha inciso sul dato complessivo delle uscite per prestazioni istituzionali, che si è attestato a 360 miliardi di euro, in aumento di 29 miliardi rispetto al 2019, ma comunque inferiore di circa 11 miliardi (-3,2%) rispetto ai 371 miliardi stimati nelle previsioni dello scorso ottobre.
In modo speculare, nel 2020 l’Inps ha registrato un gettito contributivo pari a 225,5 miliardi di euro, circa 11 miliardi in meno rispetto al gettito di 236 miliardi del 2019, ma oltre quattro miliardi in più (+1,9%) rispetto alle previsioni autunnali.
L’anno scorso i trasferimenti dalla fiscalità generale sono stati pari a 143 miliardi di euro, dato in aumento di 19 miliardi rispetto al 2019 e in calo di 6,7 miliardi rispetto alle stime di ottobre.
La spesa per l’erogazione di Reddito e Pensione di cittadinanza nel 2020 si attesta a 7,2 miliardi, con un leggero incremento, di circa 50 milioni di euro, rispetto alle previsioni.
La spesa per la disoccupazione resta invece sostanzialmente invariata rispetto alle stime, a 13 miliardi di euro.
Le erogazioni per maternità e natalità registrano una flessione di circa 551 milioni di euro, dovuta prevalentemente alle minori uscite per le rette di asili nido, che sono state sostituite da interventi di carattere straordinario previsti dalla normativa per l’emergenza Covid-19 e a una flessione dell’assegno di natalità.
Le stime sulle prestazioni a sostegno del reddito con legate al Covid e a carico della fiscalità generale ammontano a 21 miliardi di euro, più contenute di 8 miliardi rispetto a quelle stimate in ottobre. Tra queste, le erogazioni a favore di lavoratori autonomi o con rapporti di lavoro atipico o di categorie particolari, i cosiddettu Bonus, ammontano a 6,8 miliardi di euro con una flessione di 1,2 miliardi di euro rispetto alle previsioni.
Per quanto concerne gli assegni erogati dai Fondi di solidarietà, compreso il Fondo di integrazione salariale, gli oneri ammontano a 1,5 miliardi di euro, inferiori rispetto a quanto preventivato di circa 1,3 miliardi di euro.
In merito al riaccertamento dei residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2019, “si evidenzia che dei 13 miliardi di euro di residui attivi in diminuzione, circa 12 miliardi di euro sono ascrivibili alla cancellazione delle cartelle fino a mille euro, previsto dalle norme in materia del 2018. In conseguenza di ciò il gettito contributivo potenziale si riduce con possibile perdita di diritto a prestazioni pensionistiche”.