Wartsila vicino alla resa dei conti. La multinazionale, che a Trieste si occupa della produzione di motori per la cantieristica navale (compreso Fincantieri), a metà luglio, ha annunciato la cessazione di quella che era stata la sede della Grandi Motori, per trasferirla in Finlandia. “Attendiamo una presa di posizione netta sia dal Ministro allo Sviluppo Economico Giorgetti che dal Ministro del Lavoro Orlando a nome del Governo, sui tempi della procedura e sul futuro industriale del sito di Bagnoli”, hanno detto il Segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis e il coordinatore nazionale Fim Cisl Mauro Masci alla vigilia del tavolo per discutere la vertenza al MiSE.
Una bella doccia fredda nell’estate più calda di sempre e che ha toccato non solo gli operai e le loro famiglie ma l’intera comunità che ha deciso di manifestare per chiedere il ritiro della procedura da parte della multinazionale finlandese. Sabato a Trieste 15mila lavoratori, famiglie, industriali e rappresentanti delle istituzioni locali hanno sfilato lungo le vie della città giuliana e riempito Piazza d’Unita d’Italia. “In questi 55 giorni c’è stato anche uno straordinario supporto alla vertenza anche dai lavoratori portuali”, hanno evidenziato Nobis e Masci.
Fim Cisl sul caso Wartsila: “Delocalizzazione a tradimento”
“La procedura avviata dalla multinazionale lo scorso 14 luglio è regolata dalla nuova legge (n° 234 del dicembre 2021) sulle dismissioni aziendali che prevede una durata complessiva di 90 giorni per trovare le condizioni atte a ‘garantire la salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo’ – proseguono i sindacalisti –. Sono già passati 55 giorni, è impensabile che in soli 35 giorni si possa trovare soluzione a questa ‘delocalizzazione a tradimento’ che prevede il trasferimento della produzione di motori marini e dei propulsori per le centrali elettriche in Finlandia con il licenziamento di 451 lavoratori su 937 attualmente occupati nel sito produttivo”.
Fim Cisl: “Sospensione procedura per almeno 6 mesi”
Poi la richiesta. “Se la volontà di Wärtsilä, come detto nell’incontro del 27 luglio al MiSE, è quello di rispondere alla finalità della Legge, accetti di aprire un tavolo e lavorare ad una soluzione industriale che mantenga gli attuali assets produttivi e occupazionali”.
Per quanto riguarda la politica sul caso Wartsila e le molte dichiarazioni di questi giorni il Fim Cisl si aspetta “azioni concrete a sostegno di questo comparto dichiarando, in sede ministeriale, quanto sia strategico per la filiera della cantieristica e per il Paese, potendo così intervenire sui macchinari e sullo stabilimento oggi di proprietà della multinazionale”.
Il progetto “Industria del mare” di Giorgetti
“Mercoledì capiremo anche se, l’annunciato progetto dell’Industria del mare da parte del Ministro Giorgetti, ai margini dell’incontro al MiSE lo scorso 27 luglio, è uno spot elettorale o un piano di sostegno al settore che prevede ricerca ed investimenti con risorse del Pnrr”, proseguono i sindacalisti.
Dalla comunità triestina il mandato ricevuto è preciso. “Non si smantellano più di 120 anni di storia industriali della Grandi Motori navali se non vi è una alternativa almeno pari per prestigio industriale e per dimensione occupazionale”, concludono Nobis e Masci.