Dopo il gelo nell’assemblea generale dell’Onu, ecco che Barack Obama e Vladimir Putin iniziano le prove tecniche di dialogo nel tentativo di trovare una soluzione per risolvere il nodo della Siria.
I presidenti di Stati Uniti e Russia, entrambi a New York per l’assemblea Onu, hanno discusso in forma privata per oltre un’ora e mezza. Il colloquio privato fra i due presidenti è stato un piccolo passo avanti nel lungo processo verso il disgelo. E anche le dichiarazioni che arrivano dalle due parti dopo l’incontro dimostrano come si possa costruire una grossa coalizione internazionale contro l’Isis. “Positivo, franco, come tra uomini d’affari”, ha detto Putin all’uscita del vertice aggiungendo che la Russia è pronta a partecipare a “missioni comuni”. Per gli Usa il segretario di Stato americano John Kerry si è limitato a definire “costruttivo” l’incontro fra i due presidenti.
Il punto centrale su cui i due leader mondiali difficilmente potranno trovare una rapida intesa è il ruolo di Bashar al Assad. Per il leader del Cremlino Assad rappresenta un riferimento soprattutto dopo la nuova alleanza con l’invio di truppe russe in Siria in soccorso del regime del presidente alawita. La posizione di Putin è ferma: agire in Siria ma collaborando con le forze del regime siriano. Per il leader russo il rifiuto a cooperare con le forze di Assad “è un enorme errore” perché, secondo Putin, “bisogna riconoscere che nessuno eccetto per Assad e le sue milizie combattono davvero l’Is in Siria.
Una posizione, quella di Putin, diametralmente opposta rispetto a quanto dice il presidente Usa Barack Obama che sottolinea come non si possa agire al fianco di Assad. “Ricordiamo come tutto è iniziato, Assad ha reagito a proteste pacifiche, aumentando la repressione e le uccisioni – ha dettoObama davanti all’assemblea Onu- così lui e i suoi alleati non possono pacificare la maggioranza della popolazione che è stata brutalizzata dalle armi chimiche e bombardamenti indiscriminati”.
Ma se la divisione sulla figura di Assad resta evidente fra Putin e Obama, fra i due bisogna registrare un’assoluta convergenza nell’idea di un’azione comune nel tentativo di fermare l’avanzata dell’Isis in Iraq e Siria. “L’Iraq ci ha insegnato che non possiamo risolvere i problemi da soli”, ha detto Obama all’assemblea Onu aggiungendo che gli Usa “sono pronti a lavorare con tutti i Paesi, compresi Russia ed Iran”.