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Caso Didi, indici macro e petrolio: le Borse frenano

Seduta negativa per i listini europei, con Piazza Affari (-0,84%, 25.227 punti) penalizzata dal calo dei titoli petroliferi e di quelli bancari dopo i guadagni di ieri. L’andamento delle Borse continentali è peggiorato nel pomeriggio con l’avvio incerto di Wall Street (zavorrata dai titoli cinesi) dopo il lungo ponte dell’Indipendenza. Così nel finale Francoforte perde lo 0,93%, Amsterdam -0,34%, Parigi -0,91%, Madrid -0,92%, Londra -0,87%.

A innervosire i mercati contribuisce l’incertezza sugli accordi nell’Opec+ per il ridimensionamento dei tagli alla produzione di petrolio. L’oro nero ha toccato in avvio di contrattazioni nuovi massimi da tre anni a questa parte, per poi ripiegare. Al momento il future Brent (settembre 2021) perde il 3 % e tratta a 74,85 dollari al barile. Inoltre preoccupa sempre di più la variante Delta del nuovo coronavirus, che non la smette di sorprendere negativamente per contagiosità e capacità di aggirare i vaccini, che in ogni caso proteggono, o almeno così sembra, dalle forme più gravi di Covid-19. In Gran Bretagna i contagi potrebbero toccare le 50mila persone al giorno a seguito della decisione di Boris Johnson di procedere ad ogni costo con le totali riaperture e le mascherine in soffitta a partire dal 19 luglio. Risultano deludenti infine i dati macro provenienti dalla Germania, dove la fiducia degli investitori a luglio ha subìto un brusco calo (pur restando alta), mentre gli ordini all’industria hanno registrato una flessione inaspettata a maggio, la peggiore dal lockdown 2020 (-3,7% su base mensile a fronte di un +54,3% rispetto allo scorso anno). Indicazioni positive arrivano almeno per l’Italia da Prometeia, che ha rivisto al rialzo la stima di crescita per il 2021, portandola a +5,3%. 

I dati tedeschi pesano però sulla moneta unica, che scivola ulteriormente contro il dollaro per un cambio che si muove poco sotto 1,183. Sale il dollaro australiano contro il dollaro americano dopo che la Reserve Bank of Australia ha ridotto gli acquisti settimanali di titoli e ritoccato le prospettive dei tassi aprendo la porta alla possibilità di rialzi prima del 2024. A New York si monitora attentamente il comportamento delle banche centrali, in attesa di leggere, domani, le minute dell’ultima riunione della Federal Reserve, per trarre spunti sulle prossime mosse di Jerome Powell e sui tempi per realizzarle. Nel frattempo aumenta il prezzo dei T-Bond mentre i rendimenti risultano in diminuzione. In particolare il tasso del decennale americano è in ribasso all’1,362% dall’1,432% di venerdì.

Nell’azionario a stelle e strisce si registra il crollo di Didi Global, dopo che la Cina ha imposto ai negozi di app di rimuovere l’applicazione della “Uber cinese”, citando timori per la sicurezza dei dati degli utenti, decidendo contestualmente di aprire un’indagine. Didi ha debuttato a Wall Street mercoledì  scorso e ora il suo prezzo è al di sotto dell’Ipo. Ieri, Pechino ha colpito allo stesso modo altre due società cinesi, Full Truck Alliance (-19%) e Kanzhun (-7,8%), che recentemente si sono quotate a New York. Inoltre il celeste impero intende inasprire le regole per le società che cercano di quotarsi all’estero, cambiando il processo di approvazione per le offerte pubbliche iniziali. Le mosse, che sono state rese note oggi attraverso l’agenzia di stampa statale Xinhua, potrebbero complicare i tentativi delle aziende cinesi di raccogliere fondi dalle vendite di azioni negli Stati Uniti.

Bene invece Amazon, dopo il passaggio di consegne, avvenuto ieri, tra Jeff Bezos e Andy Jassy, nuovo amministratore delegato del collasso dell’e-commerce, dove il fondatore resta come presidente esecutivo. Dagli inizi nel 1994, il titolo della società ha guadagnato quasi il 234.000%. Tra le materie prime si apprezza l’oro, con consegna immediata, che tratta in rialzo dello 0,8% intorno a 1806,4 dollari l’oncia. In Piazza Affari la seduta risulta particolarmente negativa per Tenaris, -4,71%, ma registrano perdite consistenti anche Eni -1,78% e Saipem -2,21%. Il rosso è profondo per le banche, dopo la schiarita vissuta ieri: Banco Bpm -3,15%; Unicredit -2,78%; Mediobanca -3%; Bper -2,65%; Intesa -2,05%. Giù le assicurazioni: Unipol -2,32%. 

Tra le blue chip peggiori del giorno c’è Telecom, -3,19%. Radiocor, citando alcuni operatori, sostiene che all’origine del calo possa esserci l’annuncio dei ricambi nel management unito alle indiscrezioni sulla tempistica più lunga nel riassetto di Open Fiber. Aumentano così le perplessità sull’andamento del business e sul progetto della rete unica, un tema quest’ultimo già  circondato da grande incertezza fin dall’insediamento del Governo Draghi. Le vendite penalizzano le azioni di società industriali come Cnh -2,75% e Leonardo -2,36%. Negativa Stellantis  -1,19%, che ha annunciato oggi un investimento di 100 milioni di sterline nell’impianto Vauxhall, di Ellesmere Port, nel nordest dell’Inghilterra, facendo esultare il premier britannico Johnson 

Gli acquisti premiano i farmaceutici: Ricordati +2,98% e Diasorin +2,65%. Bene Inwit +1,33%, Nexi +1,11%, Enel +0,44%. Sparano fuochi d’artificio invece due debuttanti sull’Aim: IdEntity, che segna un rialzo del 47,18% e Spindox +17,33%. La seduta è positiva infine per l’obbligazionario tricolore: il tasso del Btp 10 anni scende a +0,74%. Lo spread con il Bund rimane a 105 punti base, perché il rendimento del decennale tedesco arretra a -0,31%.

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