Trasferito il carabiniere Riccardo Casamassima, che con la sua testimonianza sul pestaggio subito da Stefano Cucchi ha fatto riaprire l’inchiesta? Sì, ma solo per consentirgli di “operare con serenità” nella nuova sede. Per lui anche un demansionamento? Assolutamente no, ma è stato assegnato a “attività devolute al ruolo di appuntato e carabiniere”. Allora nessuna sanzione? Sì, quella sì, ma solo “per improprio utilizzo dei social e rapporti non autorizzati con la stampa”. Ripercorre così il ministro della difesa Elisabetta Trenta la vicenda del carabiniere che dopo le sue rivelazioni in sede di processo è stato trasferito.
Il ministro – rispondendo a una interrogazione presentata alla Camera – ricorda di aver incontrato l’appuntato Casamassima (il 1° ottobre 2018) il quale successivamente è stato poi convocato anche dal comando generale dell’Arma (il 7 novembre). Incontri poi raccontati dall’interessato “in termini entusiastici” sui social, puntualizza ancora Trenta. Poi però su Facebook “lo stesso Casamassima ha pubblicato 3 video nei quali oltre a rappresentare pubblicamente problematiche di natura personale al trasferimento alla scuola allievi Carabinieri di Roma, esprimeva valutazioni fortemente critiche nei confronti delle istituzioni e di altri militari”.
Non solo. Quando prestava servizio all’ottavo reggimento Lazio si era “più volte lamentato” di prestare servizio con un collega imputato nel processo Cucchi e con un altro che si era espresso negativamente sulla sua testimonianza. E quindi era stato sì trasferito, “al fine di consentirgli di operare con serenità in una nuova sede equidistante dal luogo di residenza rispetto al precedente incarico, elidendo la situazione di incompatibilità ambientale e funzionale”. Quanto poi alle nuove mansioni, il ministro Trenta ricorda che Casamassima “non è in possesso di specializzazioni particolari” e nella nuova sede è stato assegnato “in attività ordinariamente devolute al personale del ruolo appuntati e carabinieri”.
Fatte queste puntualizzazioni, Trenta conclude così: “Sul piano disciplinare si conferma che il militare è stato sanzionato per iniziative concernenti un improprio utilizzo dei social network e per rapporti non autorizzati con la stampa”.