La bellezza e la fama della Reggia di Caserta sono mondiali e non sta a noi celebrarne lo splendore. Basta dire che è tra i siti più visitati al mondo con circa 800 mila presenze all’anno. La Reggia di Caserta è più grande di quella di Versailles con la quale viene immancabilmente paragonata. Il complesso della Campania, però, ha alle spalle un acquedotto di circa 40 Km. È l’acquedotto Carolino in onore di Carlo I di Borbone, opera di ingegneria – sostenibile diremmo oggi – costruito tra il 1753 e il 1770. In fondo ai giardini del grande parco, dove si davano feste e ricevimenti, c’è la cascata che arriva dalle sorgenti del Fizzo del monte Taburno, in provincia di Benevento. Un salto d’acqua che sfocia nelle vasche e nei giardini reali. Il sito di Caserta e l’acquedotto sono tra i lasciti più importanti dei Borbone. Ma sia sulla cascata che sul condotto d’acqua ci sono i segni del tempo e della poca manutenzione. Ora, finalmente, si interviene. Si fanno lavori di recupero e valorizzazione per un costo di 625 mila euro. La società pubblica Invitalia gestisce la gara d’appalto (scade il 10 luglio) e dal 26 giugno le imprese interessate ai lavori potranno prenotare i sopralluoghi.
Il sito è patrimonio dell’Umanità
Il sito progettato da Luigi Vanvitelli e concluso dal figlio Carlo, dal 1997 è patrimonio dell’Umanità. I prossimi lavori dovranno assicurare l’adeguamento dell’impianto di captazione dell’acqua e sistemare l’intero acquedotto che è per lo più sotterraneo. In tempi in cui l’acqua non va sprecata, a Caserta si cercherà di “assicurare continuità, qualità e fruibilità della risorsa della sorgente e del condotto”. Un intervento di valore, dal punto di vista ambientale ed estetico. Per questo le imprese aggiudicatarie dovranno avere delicatezza e rispetto per un “eccezionale elemento fisico di connessione e infrastruttura a servizio non solo del palazzo della Reggia, ma di tutto il territorio che attraversa”. I fondi da spendere sono parte dei 25 milioni di euro del Programma parchi e giardini storici inserito nel PNRR. In prospettiva c’è anche un nuovo sistema di irrigazione del parco, il restauro delle fontane monumentali, delle peschiere e la salvaguardia dell’ adiacente tenuta di San Silvestro. Tutto è sotto il capitolo che classifica i giardini storici come « poli di bellezza pubblica e luoghi identitari per le comunità urbane ». Capitolo del PNRR come si diceva che, per onestà, bisognerebbe ricordare scritto nel 2021 da Mario Draghi e Dario Franceschini.
L’intervento segnale per altre opere d’arte
L’ingegneria dell’acquedotto commissionato è caratterizzata anche dall’imponente ponte in località Ponti della Valle (di Maddaloni ). La genialità di Vanvitelli non si fermò davanti alla necessità di congiungere due piccoli montagne, pur di portare l’acqua nei giardini reali e alle seterie di San Leucio. Vanivtelli progettò 44 piloni per sostenere un ponte di 529 metri e alto 55. Si ispirò agli antichi ponti romani, ma fece di più per non guastare l’ambiente, la vegetazione, le due sommità, alla cui base lasciò una strada tuttora transitabile. Siamo al confine di due province (Caserta e Benevento) dove c’è un’agricoltura fertile e tanta storia antica. Il ponte fu ammirato come il ponte più lungo d’Europa. L’acqua che scorreva lungo il tragitto divenne il bene primario per la comunità che viveva intorno alla Reggia. La diramazione verso il borgo di San Leucio serviva non solo alla lavorazione della seta, ma alla vita quotidiana delle famiglie della filanda. Il restyling dovrà preservare l’unicità di un’opera che terremoti ed eventi atmosferici gravi non hanno mai compromesso. Se è vero che la moderna ingegneria ambientale si misura con i principi e le tecniche di costruzione a basso impatto paesaggistico, ai Ponti delle Valle resiste un monumento universale. I lavori da eseguire dovranno, in ogni modo, verificare le componenti strutturali, idrauliche e geologiche dell’infrastruttura. Caserta diventa di buon auspicio per la tutela di tanti altre strutture architettoniche di cui è ricca l’Italia. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha certamente una lista di lavori da appaltare secondo quanto è stato scritto nel PNRR del 2021 che non fu votato da Fratelli d’Italia.