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Casa intelligente: arriva la superlobby e decollano i consumi

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Martedì 22 viene presentata a Milano una delle più influenti lobby internazionali per la smart building ecosostenibile, SBA, Smart Buildings Association for smart Cities, che in Francia, dove è stata fondata, ha trovato l’adesione di oltre 460 tra multinazionali, costruttori, progettisti, system integrator e amministrazioni pubbliche.

Un evento che dovrebbe imprimere, come è accaduto in Francia e in altri Paesi europei, un impulso operativo “unitario” anche all’asfittico mercato italiano della smart building, al posto di tante ininfluenti iniziative pubbliche e private.

Ancor prima della ufficializzazione – come ci ha comunicato un portavoce dell’associazione – hanno infatti già chiesto di aderire numerose le filiali italiane dei leader europei e internazionali del settore oltre a istituzioni e centri di ricerca. Si tratta di una “alleanza” sul modello di altre di impostazione anglosassone, che promuove sia tecnologicamente che culturalmente un determinato settore. E in questo caso si tratta della cultura dell’innovazione, dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica, a fronte del gigantesche sfide che dovremo presto affrontare. L’esempio più calzante è la Z-Wave Alliance, che riunendo in una potente e comune azione operativa e comunicativa su unico protocollo wireless tutti i big mondiali della connessione wireless e di iOT, ha liberato dal filo miliardi di device e creato un mercato enorme.

La SBA si muove su questa linea con grandi ambizioni, grandi – si spera -risorse e anche un affiancamento all’attuazione dello Smart Readness Indicator, la ipertecnologica certificazione europea per la smatness delle città e degli edifici, ma con modalità più accessibili di comunicazione. Questo, tra l’altro, sembra essere il momento migliore, poichè la pandemia del Coronavirus ha penalizzato alcuni settori ma ne ha favoriti grandemente degli altri, a partire da tutto ciò che ruota intorno alla casa, alla connessione a Internet, al suo comfort, all’igiene e alla prevenzione e, in definitiva, alla smart home. 

LA CASA È DIGITALE, GRAZIE AL COVID

Una globalizzazione assoluta, perfetta, senza eccezioni sulla quale GFK ci ha costantemente informato. Non causalmente infatti sono schizzati gli acquisti innanzitutto delle console e dei videogiochi in tutti i continenti con percentuali a tre cifre. Crescite mai viste di connessioni in banda larga e di accessi alla rete, di tv smart gigantesche (nel terzo trimestre in tutto il mondo), home theater multiroom, pc di quasiasi tipo, majap intelligenti, piccoli elettrodomestici connessi e parlanti, purificatori di aria e acqua (+88 per cento in Italia in pochissimi mesi), macchine per il pane e la pasta (+110 per cento in Italia e non solo in Italia), macchine per il caffè, il gelato e le marmellatine, igienizzatori automatici e robot-security e assistenti vocali.

Tutto ciò che ruota intorno allo smart working in Europa e nel mondo ha avuto rialzi di vendite anche a tre cifre: per esempio +120 per cento per i monitor, +68 per cento per le stampanti. Le vendite di webcam per smart working e didattica a distanza in tutti i continenti sono esplose con percentuali a tre e a quattro cifre. Gli acquisti di freezer sono aumentati tra il 70 e il 180 per cento in Germania Inghilterra e Usa in nemmeno due mesi. I produttori fanno due e tre turni per rispondere alle richieste dei mercati. Ci sono stati consumatori che pur di riuscire a trovare un freezer per salvare le gigantesche provviste di mesi, incautamente accumulate in una settimana, hanno fatto la fila in diversi giorni fuori dai negozi di prima mattina. E’ accaduto a New York addirittura nei primi giorni della pandemia che non trovando più freezer i disperati cittadini abbiano cambiato il frigocongelatore anche recente con uno più grande pur di avere più spazio per congelare l’eccesso di derrate alimentari che riempivano la cucina.E possibilmente connesso.

VIRUS-PANDEMIA E SMART-PANDEMIA

E tutti a richiedere connessioni, IoT, controlli vocali, in remoto, dall’auto (le nuove Mercedes collegano con la voce l’utente con la casa). E poi ecco il robot che annusa l’aria della casa e invia il report al climatizzatore smart, al deumidificatore, all’umidificatore, al purificatore ordinandogli di procedere a eliminare la CO2, l’umidità o il secco eccessivi, gli allergeni, i batteri e anche i virus. Il tutto con certificazioni affidabili (quelle europee ovviamente). Nel giro di pochi mesi i centri di ricerca e di analisi di mercato più illustri ci hanno inondato di percentuali quasi incredibili se non fosse che i trionfi di Alexa, Google Home e simili sono lì, nelle percentuali, a confermare che oltre alla virus-pandemia si è manifestata pure la smart-pandemia.

IN CINA, TUTTI MATTI PER IL CONTACTLESS

“Qui, in Cina, dove la smania dell’igiene ha raggiunto livelli di guardia, la vendita di lavatrici ovviamente smart con funzioni di sterilizzazione – dichiara Linda Ebose, titolare della società di import-export Changshabea – è aumentata di cinque volte. E tutto quello che è contactless (pulsanti, manopole, maniglie, interruttori, lampade e display), comandabile con la voce, con il gesto, con lo smartphone, è al primo posto, insieme alla home automation, negli acquisti delle famiglie, come ho visto alla Shanghai International Smart Home Exhibition di settembre”.

Da martedì 22, la digitalizzazione degli edifici italiani – residenziali, commerciali, industriali – può trovare nelle iniziative di SBA Italia, un grande aiuto perché l’interesse c’è, quello che manca è sicuramente la comunicazione agli utenti finali e la preparazione della miriade di micro-imprese edilizie, degli installatori, dei sistem integrator, tutti parcellizzati in micro associazioni, micro-imprese del tutto separate dal mercato, dall’utente finale, la famiglia. Il mercato della smart home, in Italia è fermo a numeri sconsolanti, 380 milioni contro i 900-1000 degli altri paesi europei. Si vendono in Italia molti gadget IoT ma l’edificio sicuro, efficiente, energeticamente autonomi, confortevole è altra cosa. E con i giganteschi cambiamenti che stanno già sconvolgendo il volto delle città, dell’economia, dei trasporti, delle scuole e degli edifici, la tecnologia digitale può diventare, se ecosostenibile e contro gli sprechi e il degrado ambientale, un grande aiuto. I mercati mondiali già crescono a ritmi serrati: Alarm-Org valuta a 40 miliardi di dollari il valore mondiale degli edifici residenziali smart che arriveranno entro il 2026, a 138 miliardi.

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