Il taglio delle tasse sulla prima casa non sarà l’unico protagonista della nuova legge di Stabilità, che conterrà anche alcune misure fiscali in favore delle imprese. Lo ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ricordando che “sulle tasse c’è una strategia di riduzione che comincia nel 2014 e finisce nel 2018: all’interno di questa strategia diverse tipologie di tassazione saranno aggredite, nel senso della loro riduzione”.
Sul versante immobiliare, “sarebbe strano se in questa strategia non ci fosse anche l’eliminazione della tassa sulla prima casa – ha continuato il ministro dal Forum Ambrosetti di Cernobbio – che, non dimentichiamolo, riguarda circa l’80% dei cittadini italiani”, anche se, “a parità di altre condizioni, abbattere le tasse sul lavoro è più efficace in termini di Pil e di occupazione”.
In ogni caso, “non è solo la tassa sulla casa che viene aggredita, in passato e in questa legge di Stabilità – ha concluso Padoan –. Non vi dico di più, ma non si potrà dire che in questa legge di Stabilità taglieremo solo le tasse sulla casa. Stiamo pensando, nell’ambito dei vincoli disponibili, di estendere ulteriori abbattimenti di tassazione a favore della competitività nelle imprese”.
LE POSSIBILI MISURE PER LE IMPRESE
In particolare, si pensa a un potenziamento degli incentivi sugli acquisti di macchinari (rafforzando la Sabatini che ha funzionato bene) e all’anticipo del taglio dell’Ires. Fin qui, il progetto era di tagliare la tassa sugli utili delle aziende dal 27,5 al 24% nel 2017.
L’anticipo di un anno potrebbe essere concesso alle sole imprese del Mezzogiorno, il cui gettito Ires vale appena il 10% dei 35 miliardi che l’imposta garantisce ogni anno alle casse dello Stato.
Se invece l’anticipo del taglio Ires fosse concesso solo alle piccole e medie imprese di tutto il Paese, il gettito mancante sarebbe decisamente più cospicuo, per cui l’aliquota potrebbe non scendere in un sol colpo al 24%.
LE COPERTURE
Sul versante delle coperture finanziarie, oltre ai 10 miliardi frutto della spending review e ai 5-6 miliardi che arriveranno dalla maggiore flessibilità sulle regole di bilancio europee, il governo potrà contrare anche su circa 3-3,5 miliardi liberati da una crescita del Pil superiore alle attese. Lo ha annunciato ieri lo stesso Padoan, lasciando intendere che il +0,7% previsto nell’ultima nota di aggiornamento del Def potrebbe essere rivisto a +0,8 o +0,9%.
TASSE SULLA CASA: I CALCOLI DELLA CGIA DI MESTRE…
Tornando alla casa, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, il taglio delle tasse riguarderà 19 milioni di famiglie, che risparmieranno in media 204 euro all’anno. Per chi vive in abitazioni modeste, quelle classificate nella categoria catastale A3, la minore spesa sarà di appena 120 euro. Chi però possiede ville o immobili signorili eviterà di sborsare 1.830 euro l’anno, cifra che sale a 2.280 per chi ha la fortuna di possedere un castello.
…E QUELLI DI NOMISMA
Il centro di ricerche Nomisma sottolinea invece che il taglio dell’imposta sulla prima casa genererà uno stimolo modesto per il mercato immobiliare e un risparmio “esiguo” per i cittadini, pari a circa 17 euro al mese per i due terzi delle famiglie italiane. Il provvedimento, inoltre, non andrebbe nemmeno nel senso di una maggiore equità: “Evidenziata la scarsa capacità di stimolo, è necessario chiedersi se il provvedimento tuttavia persegua obiettivi di redistribuzione del carico fiscale nel senso di una maggiore equità”, ha commentato Luca Dondi, consigliere delegato di Nomisma.
“A nostro parere – ha aggiunto –, sulla base dei dati dell’indagine delle famiglie italiane realizzata dalla Banca d’Italia, la risposta è anche in questo caso negativa, in quanto a beneficiare del provvedimento sarebbero le famiglie con disponibilità reddituali medie più elevate. Emerge con un’evidenza degna di maggiore attenzione la sperequazione delle disponibilità economiche tra nuclei di proprietà e nuclei in affitto”.
Secondo Dondi, infine, “l’unica via attraverso la quale si possa giungere a un sistema impositivo più equo continua ad essere la riforma del Catasto. Al Governo va riconosciuto il merito di essersi sottratto all’ennesima giro di roulette su aliquote e moltiplicatori per correggere le forti sperequazioni dell’attuale sistema, ma rimangono le perplessità sul progetto di riforma. Appare alquanto faticoso individuare la linea di politica economica che si intende perseguire”.