Carola Rackete torna libera dopo quattro giorni agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Gip di Agrigento, Alessanda Vella, che martedì alle otto di sera ha annullato l’arresto della comandante della Sea-Watch 3. Andando contro le richieste del pm, il giudice per le inchieste preliminari ha escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e quello di resistenza a pubblico ufficiale, ritenendo che quest’ultimo fosse giustificato dalla scriminante di avere agito nell’adempimento di un dovere, quello di salvare vite umane in mare.
Il gip ha affermato anche che la scelta del porto di Lampedusa è stata obbligatoria, perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.
E così vengono meno gli arresti domiciliari decisi dalla Procura, che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento.
Rackete dunque è libera di muoversi come vuole, ma dovrà tornare ad Agrigento il 9 luglio per l’interrogatorio davanti ai pm nell’altro filone d’inchiesta in cui è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Sea-Watch 3 intanto è ripartita da Lampedusa: scortata da una vedetta della Finanza è diretta a Licata dove resterà sotto sequestro insieme alla Mare Ionio della Ong Mediterranea.
“Sono molto commossa per la solidarietà espressa nei miei confronti da così tanta gente – ha detto Rackete – E sono sollevata dalla decisione del giudice, che considero una grande vittoria della solidarietà verso tutti i migranti e rifugiati e contro la criminalizzazione di chi vuole aiutarli”.
La decisione del Gip ha scatenato l’ira del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha pubblicato questo tweet:
E questo post su Facebook: ” Disubbidire a leggi dello Stato, attaccare, speronare, rischiare di ammazzare militari Italiani non vale la galera.
E questa sarebbe ‘giustizia’?
Sono indignato, sono schifato ma non mi arrendo: restituiremo onore, orgoglio, benessere, speranza e dignità alla nostra Italia, costi quello che costi”.
Salvini ha quindi disposto un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera per Carola Rackete. La prefettura conferma: “Firmato il provvedimento di espulsione”. Ma il prefetto Dario Caputo precisa che il provvedimento non potrà essere eseguito fino a quando la Rackete sarà di nuovo interrogata dai pm, nell’ambito del fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
“Sorprende – commenta il vicepremier grillino, Luigi Di Maio – la scarcerazione di Carola. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di finanza in questo caso. Ad ogni modo il tema è la confisca immediata della imbarcazione. Se confischiamo subito la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi”.
I legali della Sea-Watch, Alessandro Gamberini, Leonardo Marino e Salvatore Tesoriero, hanno scritto che “il provvedimento del gip di Agrigento ripristina il primato del diritto rispetto a quello della forza. Si era detto che la forza l’aveva usata Carola Rackete e su questo si era disposto il suo arresto: non è così. Come spiega dettagliatamente il gip nel provvedimento con il quale ha disposto la non convalida dell’arresto, il diritto stava dalla parte della comandante. Il Giudice, attraverso il richiamo a norme internazionali cogenti, dimostra l’illegittimità vuoi della pretesa di chiudere i porti da parte del ministro dell’Interno, vuoi del divieto finale di attracco della Sea-Watch dopo 15 giorni di attesa, così ripristinando l’equilibrio dei valori e la prevalenza dell’incolumità della vita umana rispetto all’arbitrarietà di scelte operate solo per motivi propagandistici”.