Pugno duro delle compagnie aeree low cost contro le misure adottate dal Governo per porre rimedio al calo voli. Ryanair ha annunciato la riduzione delle rotte invernali da e per la Sardegna come reazione al decreto varato lo scorso 7 agosto dal Governo che stabilisce, mentre anche le altre compagnie alzano i toni definendo il provvedimento “Illegale”. Il rischio adesso è che il decreto venga inondato di emendamenti nel corso della fase di esame da parte delle Commissioni.
Cosa prevede il decreto del Governo sul caro voli e il prezzo dei biglietti aerei
Il decreto Omnibus, chiamato anche “decreto Asset” stabilisce lo stop all’algoritmo che alza le tariffe nei periodi di picco del traffico. “La fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aeree, modulata in relazione al tempo della prenotazione, è vietata se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole, avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo”, ha spiegato il Governo. Il provvedimento identifica inoltre come pratica commerciale “scorretta” il meccanismo che consente di determinare i prezzi secondo logiche di profilazione degli utenti e del dispositivo usato dagli stessi, obbligando le compagnie ad informare l’utente circa l’utilizzo di strumenti di profilazione.
Ryanair taglia le rotte per la Sardegna
Per tutta risposta Ryanair ha annunciato il taglio delle rotte invernali per la Sardegna. Il Cco del vettore irlandese, Jason McGuinness, ha comunicato la riduzione dei collegamenti da e per l’isola inizialmente previsti per la stagione aeronautica invernale. Secondo il direttore commerciale di Ryanair il decreto del governo italiano sarebbe “illegale” e il suo unico effetto sarà quello di ridurre la capacità dei vettori e dunque di produrre un aumento generalizzato dei prezzi per i passeggeri. McGuinness ha riferito che la compagnia ha proposto al governo di bloccare il provvedimento e rimuovere l’addizionale comunale in tutti gli aeroporti: in questo modo Ryanair potrebbe portare ulteriori 40 aerei di base in Italia, che si tradurrebbero in 20 milioni di passeggeri in più ogni anno e in 20 mila posti di lavoro nell’indotto.
Quali sono le rotte tagliate? Cagliari-Trieste, Alghero-Treviso e Alghero-Bari. Inoltre ci saranno meno voli tra Cagliari e gli scali di Roma, Milano, Bergamo Orio al Serio, Napoli, Venezia, Catania e Bruxelles.
Le proteste delle altre compagnie
Ma Ryanair non è l’unica low cost ad aver alzato la voce. “Il decreto caro voli renderà i voli più cari”, ha affermato EasyJet. Nel corso di un incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la compagnia ha sottolineato che “se il contenuto del decreto venisse confermato, questo porterebbe certamente ad una riduzione della attrattività del mercato italiano per le compagnie aeree, quindi ad una riduzione dell’offerta e della connettività da e per gli aeroporti italiani e ad un inevitabile incremento dei prezzi”
“Il testo del decreto negli articoli di interesse inoltre contrasta con il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa Ue, principio che negli ultimi decenni ha portato enormi benefici ai consumatori di tutta Europa, rendendo i voli accessibili a sempre maggiori fasce di popolazione”, ha sottolineato EasyJet. E anche il presidente di Wizz Air, Robert Carey, ha definito il decreto “illegale” e “soprattutto sbagliato”.
La reazione dell’Europa
In precedenza anche Airlines for Europe, l’associazione europea delle compagnie aeree, si era rivolta a Bruxelles, chiedendo un chiarimento sull’impatto del decreto sul mercato europeo del trasporto aereo «libero e deregolamentato». La Commissione europea era entrata a gamba tesa sul provvedimento, chiedendo al governo “chiarezza” sulla stretta alle tariffe da e per Sicilia e Sardegna dagli altri aeroporti italiani.