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Caro energia e una tantum: rinnovare gli aiuti per famiglie e imprese può costare fino a 80 miliardi nel 2023

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Gli aiuti a famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’inflazione, da poco rinnovati con il decreto Aiuti Quater, costeranno 5,5 miliardi nel 2022. Ma per estendere gli aiuti in scadenza tra novembre al primo trimestre 2023 (gennaio-marzo) ne servono molti di più: circa 20 miliardi  secondo le stime dell’osservatorio Conti Pubblici Italiani (Ocpi) coordinato da Giampaolo Galli. Se poi le misure – azzeramento degli oneri di sistema, sconto sui carburanti, credito d’imposta per le imprese, bonus sociale – venissero estese all’intero anno il conto salirebbe a 80 miliardi. Una cifra colossale, ottenuta – precisa Ocpi – escludendo nuove misure una tantum che hanno pesato sul 2022 per oltre 12 miliardi. “Questi dati – è la conclusione dell’Osservatorio – evidenziano l’urgenza di definire le priorità per affrontare in maniera efficace i prossimi mesi senza mettere pressioni insostenibili sul bilancio pubblico”. Ma vediamo più nel dettaglio l’analisi dell’Osservatorio Conti Pubblici.

Caro energia: l’Italia è il Paese europeo che ha speso di più per gli aiuti

L’Italia – osservano i ricercatori Michela Garlaschi e Federico Neri che hanno curato l’analisi – è il paese che nel 2022 “ha speso di più in percentuale al Pil (3,25 per cento) rispetto ai principali paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Olanda) per contrastare il rincaro energetico”. Molti dei provvedimenti adottati dal governo Draghi sono in scadenza a novembre e a dicembre di quest’anno. Una parte delle misure in scadenza sono state prorogate con il Decreto Aiuti Quater; altre misure saranno inserite nella Legge di bilancio 2023. 

Caro energia: le misure del governo Draghi in scadenza e quanto costa prorogarle

Come si vede dalla tabella, estendere il credito d’imposta per le imprese ai primi tre mesi del 2023 (gennaio-marzo) “comporterebbe un esborso di 13,7 miliardi tenendo conto che sul mercato TTF il prezzo future del gas per consegna marzo 2023 (130 euro/MWh) è in leggera riduzione rispetto ai valori medi riscontrati nel 2022 fino ad oggi (136, 41 euro/MWh)”.

Lo sconto sui carburanti è stato rinnovato fino al 18 novembre con un costo di 558 milioni. Considerando tutti i decreti che hanno previsto questa misura da marzo, la cui spesa totale è stata di 5,2 miliardi, il costo del rinnovo fino al 31 dicembre sarebbe di 682 milioni. Prorogarlo fino a fine marzo costerebbe 1,8 miliardi considerando il prezzo medio del petrolio nel 2022 pari a 89,7 dollari al barile).

Il conto sale vertiginosamente quando si interviene sugli oneri generali di sistema, l’azzeramento Iva  e sui bonus sociali per attenuare i costi delle bollette di elettricità e gas. Le prime due misure sono già finanziate fino a fine 2022. Per prolungarle a tutto il primo trimestre 2023 si avrebbe un costo di 3,7 miliardi. Anche il bonus sociale è finanziato fino al 31 dicembre. Estenderlo fino al 31 marzo costerebbe 0,7 miliardi ma il conto potrebbe salire se si ampliassero – come il governo sembra voler fare – i criteri Isee per accedere al beneficio. Ci sono poi le una tantum come il bonus trasporti e il bonus anti-inflazione.

Rinnovare tutti gli aiuti è molto costoso: bisogna scegliere

Tirando le somme, per i restanti mesi del 2022, servono 5,5 miliardi solo per il rinnovo del credito d’imposta per le imprese (4,8 miliardi) e lo sconto sui carburanti (0,7 miliardi). per il rinnovo per un solo trimestre (gennaio-marzo) dell’azzeramento degli oneri di sistema, lo sconto sui carburanti e il credito d’imposta per le imprese potrebbero servire circa 20 miliardi. In ragione d’anno si tratterebbe di ben 80 miliardi. Questo conto è fatto escludendo nuove misure una tantum che, come si è visto, hanno pesato sul 2022 per oltre 12 miliardi.l’urgenza di definire le priorità per affrontare in maniera efficace il prossimo inverno senza mettere pressioni insostenibili sul bilancio pubblico. 

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Categories: Economia e Imprese