Il Governo ancora non c’è ma già gli albergatori bussano chiedendo misure “da adottare con urgenza, per difendere la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro”. C’è da premettere che il settore turistico si sta riprendendo dopo la batosta causata dal Covid. Indagine Bankitalia alla mano, dopo l’ampia contrazione nel 2020, le entrate turistiche hanno registrato, dall’inizio dell’estate 2021, una progressiva ripresa, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è tornata a crescere (del 23 per cento, dopo la contrazione del 61 per cento nel 2020). E quest’anno il trimestre estivo è stato positivo”, riconosce l’associazione degli albergatori Federalberghi.
Ma il centro studi della medesima organizzazione fa tuttavia notare che da gennaio a settembre 2022 si è registrato un calo complessivo del 6,9% delle presenze dei turisti nelle strutture ricettive rispetto al corrispondente periodo del 2019 (riduzione del 3,6% per gli italiani e del10,1% per gli stranieri). In valore assoluto, significa che mancano all’appello circa 26 milioni di presenze.
Rincara la dose il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: “Nei mesi scorsi abbiamo sofferto duramente a causa dell’esplosione del prezzo del gas e dell’energia elettrica, ma l’andamento stagionale della domanda ci ha consentito di stringere i denti e di resistere”.
Sos Federalberghi: “Se continua così chiuderemo tutti”
Ma ora la stagione fredda bussa alla porta e “la musica cambierà. Molti alberghi stagionali hanno anticipato la data di chiusura e sono tanti gli alberghi annuali che stanno seriamente considerando la possibilità di sospendere l’attività in attesa di tempi migliori”, lamenta il presidente di Federalberghi.
Da qui l’appello. Se da un lato c’è l’apprezzamento per le misure sin qui adottate, dall’altro però le stesse vengono ritenute insufficienti. E quindi, sollecita Bernabò Bocca, “c’è bisogno di ulteriori interventi, da adottare con urgenza, per difendere la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro. Guardiamo con grande preoccupazione ai prossimi mesi e al rischio che tutti i mercati, non solo quello turistico, vengano funestati da una combinazione esplosiva di aumento dei costi e riduzione della domanda”.