Ma il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso c’è o ci fa? Ieri, di fronte all’irritazione delle associazioni dei consumatori per i prezzi record della benzina alla pompa e per le 789 violazioni riscontrate dalla Guardia di Finanza su 1.230 pompe ispezionate, il ministro se n’è uscito con una battuta che solo un colpo di sole può spiegare. “Il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise – ha sostenuto impavido Urso – è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”. Ridere o piangere? Sarà anche vero che il prezzo industriale della nostra benzina è più basso ma il ministro non può fingere di non sapere che quello che conta per i consumatori non è il prezzo industriale della benzina ma il prezzo alla pompa che diventa pesantissimo per il carico delle accise. E non può nemmeno ignorare che il livello delle accise non piove dal cielo ma è il Governo a stabilirlo per fronteggiare la sua eterna fame di risorse. Dimenticare questi due aspetti è imperdonabile e farlo significa perdere ogni credibilità e affossare sul nascere il suo fantomatico cartello dei prezzi medi. Giù dalla torre il ministro Urso.
Caro-benzina, ma il ministro Urso c’è o ci fa? Come fa a dire che il nostro prezzo è più basso di altri Paesi?
Il ministro sembra voler prendere in giro i consumatori fingendo di dimenticare che il prezzo della benzina che conta non è quello industriale ma quello alla pompa e che le accise che pesano sul prezzo non piovono dal cielo ma le fissa il Governo