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Carne sintetica: il cibo del futuro diventa realtà negli Usa e vale miliardi di dollari. I pro e i contro

FIRSTonline

Il mondo della carne diventa sempre più affollato: dopo la carne vegetale, quella vegana arriva il via libera al consumo della carne sintetica negli Usa. La decisione della Food and Drug Administration, l’ente del Governo americano che regola la somministrazione di farmaci e cibo, potrebbe aprire la strada all’interno dell’Ue, e quindi in Italia. Ma cos’è la carne sintetica e quali sono i pro e i contro?

La carne sintetica è nota anche come carne pulita, perché ha un basso impatto ambientale ed elimina gli allevamenti intensivi e, con essi, il maltrattamento degli animali. Per ora si sta sperimentando con hamburger prodotti in laboratorio e nati dalle cellule staminali degli animali. Ma tra i timori, più o meno legittimi, si rischia che “il cibo diventi oggetto di deriva tecnologica che lo priva di qualunque significato culturale, del legame con i territori e con le comunità che ci vivono, con i loro saperi e tradizioni”. È l’allarme lanciato da Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, commentando il primo via libera negli Stati Uniti. 

La carne sintetica non è vegana

La “carne di Frankenstein”, come la definisce Coldiretti, non è vegana. Viene creata in laboratorio a partire da cellule staminali prelevate da animali vivi (senza arrecare alcun dolore). Le quali si moltiplicano in vitro o in bioreattori secondo i principi della medicina rigenerativa. La carne ottenuta con questo procedimento è equivalente a quella “vera” dal punto di vista biologico e anche nel gusto risulta molto simile.

Il giro d’affari della carne sintetica potrebbe toccare i 460 miliardi di dollari nel 2040

Il giro d’affari della carne prodotta in laboratorio potrebbe arrivare a 450 miliardi di dollari nel 2040, cioè il 20% del mercato mondiale della carne. L’8% dei vegani è favorevole, mentre la maggior opposizione deriva dagli allevatori e produttori di carne italiani. In Europa la situazione è diversa. La bistecca sintetica “prima o poi entrerà anche nel mercato alimentare dell’Ue” in quanto “non è più qualcosa di surreale, ma realtà”. Lo ha dichiarato Wolfgang Gelbmann, senior scientific officer dell’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, in un’intervista rilasciata Politico.

Carne sintetica: pro e contro

Ma andiamo a vedere i pro e i contro della carne sintetica. Tra i pro la carne artificiale ridurrebbe drasticamente le macellazioni animali, i rifiuti, il consumo di suolo, e conterrebbe l’emorragia di acqua. Se però il mercato si espandesse, potrebbe comportare problemi di inquinamento del suolo, per via delle grandi quantità di sostanze chimiche, degli ormoni e dei fattori di crescita usati per coltivare le cellule.

In realtà, l’impatto della carne sintetica sull’ambiente è tutt’altro che indifferente, a causa dei grandi consumi energetici dei bioreattori necessari alla sua produzione. Un dato non sufficientemente rilevato, ma estremamente importante, è che i prodotti a base di carne coltivata sono iperprocessati, contengono coloranti, aromatizzanti, addensanti, necessari per conferire loro forma, consistenza e sapore di carne. La carne è sviluppata grazie a ormoni e lieviti ogm. Come anche i sostituti della carne a base vegetale.

Inoltre, il marketing a favore della carne coltivata e dei sostituti della carne ottenuti da cellule vegetali, potrebbe colpire non solo l’allevamento industrializzato che sta minando le risorse del pianeta, ma anche gli allevatori sostenibili, già penalizzati dal mercato.

Tra i contro ci sono i costi. Produrre della carne in laboratorio (almeno inizialmente) è molto dispendioso, dato che si sono anche costi indiretti di gestione da includere insieme ai costi del materiale e della manodopera specializzata; i costi dei reagenti e dei terreni di nutrimento e i costi dei bioreattori.

La trasparenza in etichetta è cruciale

A breve la Ue affronterà decisioni importanti per tutelare i consumatori. Ad esempio, se sarà possibile definire in etichetta i prodotti da agricoltura cellulare con termini quali “carne” o “hamburger” o “bistecca”, per non alimentare confusione sul mercato.

Dunque, la trasparenza in etichetta è cruciale affinché i consumatori sappiano cosa mettono nel carrello.

Slow Food: “Una giusta alimentazione? Scegliere con cura le proteine”

Risparmiare sofferenze a molti animali e ridurre l’impatto ambientale sono sicuramente due obiettivi da raggiungere. Ora resta da capire quale sia la strada giusta da intraprendere. “Secondo Slow Food il futuro di una produzione alimentare buona, pulita e giusta per tutti è nella scelta più consapevole delle proteine da portare in tavola. Dobbiamo ridurre i consumi di carne e privilegiare, in alternativa alle carni da allevamenti industriali, prodotti di aziende sostenibili dove gli animali sono allevati con rispetto. La riduzione nel consumo di carne può essere compensata con legumi da coltivazioni che rispettano la terra e non con la soia proveniente da altri continenti, frutto di monocolture che impoveriscono e avvelenano comunità e territori. Non c’è bisogno di altri sostituti altamente processati”, ha concluso Nappini.

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