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Carne coltivata: Mattarella non firma la legge. Tutto bloccato in attesa dell’Ue

La legge sullo stop alla carne coltivata non è ancora arrivata sul tavolo del Presidente Mattarella. Bisogna attendere prima l’ok della Commissione Europea che difficilmente sarà positivo. Ecco cosa sta succedendo

Carne coltivata: Mattarella non firma la legge. Tutto bloccato in attesa dell’Ue

Carne coltivata in stand by. La legge contro la carne coltivata, approvata dal Parlamento il 16, non è ancora entrata in vigore.

A due settimane dall’approvazione, la legge non è ancora arrivata sulla scrivania del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non si tratta di una svista da parte del governo ma una scelta precauzionale. Dato che è una norma che riguarda il mercato unico dell’Unione Europea, bisogna prima attendere il parere della Commissione europea, ovvero la procedura Tris che serve agli Stati membri e alla Commissione per analizzare i disegni di legge. E si suppone che la decisione non sarà di certo favorevole all’Italia.

Rischio procedura d’infrazione

La legge sullo stop alla carne coltivata, quindi, non sarà presentata al Presidente per la firma, che ne sancisce l’entrata in vigore, finché non sarà fatta una valutazione dall’UE.

Le norme fortemente sostenute dal governo sono mirate a difendere la sovranità alimentare e gli allevamenti nazionali, ma hanno un impatto anche sul mercato unico europeo poiché limiterebbero la libera circolazione in Italia dei cibi prodotti in laboratorio. Una situazione che potrebbe portare a una procedura di infrazione.

Oltretutto, la legge sulla carne coltivata in Italia ha implicazioni sul mercato unico dell’Unione Europea, poiché propone di vietare la vendita e produzione di un alimento che attualmente non è presente in nessun Paese membro e non è ancora regolamentato da norme europee specifiche.

Testo inviato all’Ue, si attende la risposta

Il governo Meloni dovrebbe aver già inviato il testo a Bruxelles, subito dopo l’approvazione, come dichiarato dal ministro Lollobrigida “come avvenuto in tante altre circostanze”. “Ovviamente notificheremo la legge in Europa, come è prassi: non c’è nulla da temere. Ma siamo il Parlamento italiano e normiamo per il nostro popolo, l’unico soggetto che riconosco cui dare risposte”, ha detto Lollobrigida il 16 novembre alla Camera dopo l’approvazione della legge.

Al momento, però, da Bruxelles non è arrivata nessuna risposta.

Le criticità riguardo la legge

A inizio ottobre, il disegno di legge sulla carne coltivata era sottoposto all’esame della Camera e contemporaneamente inviato a Bruxelles per la procedura Tris, in modo da confrontarsi e risolvere le criticità in corso d’opera. Poco dopo l’invio, il ministro Lollobrigida ha chiesto di ritirare il testo dal Tris con l’annuncio che del reinvio a Bruxelles solo dopo l’approvazione definitiva del Parlamento, avvenuta il 16 novembre senza nessuna modifica.

Oltre alle critiche in sé riguardo allo stop sulla carne coltivata, sono tre le principali criticità mosse al disegno di legge. In primo luogo, proibisce qualcosa che l’Europa non ha ancora autorizzato, poiché attualmente nessun paese membro produce o vende carne coltivata. Secondo, dal punto di vista scientifico, la normativa potrebbe compromettere la ricerca sugli alimenti da coltivazioni cellulari in Italia. Terzo, dal punto di vista giuridico, le norme possono creare ostacoli agli scambi commerciali tra paesi europei, suscitando dubbi di costituzionalità e rischi di procedura d’infrazione.

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