Un passo importante per salvare la banca ligure. L’assemblea di Carige ha dato il via libera all’aumento di capitale da 700 milioni di euro previsto nell’ambito del piano di rafforzamento patrimoniale.
Ha votato a favore della delibera il 91,04% del capitale presente in assise. Al voto non ha partecipato Malacalza Investimenti (le quote non sono state registrate), in possesso del 27,6 per cento del capitale, consentendo de facto il via libera all’aumento. Se infatti i Malacalza avessero partecipato alla votazione, astenendosi o votando contro, la proposta di aumento sarebbe saltata, come già accaduto lo scorso dicembre.
All’assemblea erano presenti 1.200 azionisti, pari al 47,5% del capitale, tra cui Vittorio Malacalza che però ha abbandonato i lavori assembleari prima della votazione. L’ingegnere era presente solo con i titoli detenuti personalmente e non come Malacalza Investimenti ed era iscritto a parlare in assemblea ma, a quanto risulta, ha rinunciato al suo intervento. I figli, Davide e Mattia, non si sono presentati. “Aspettate. Sapete che siamo gente misteriosa”, aveva risposto ironicamente stamattina Vittorio Malacalza ai giornalisti che gli chiedevano cosa avrebbe fatto la società.
La famiglia Malacalza, non presentandosi in assemblea, “ha reso possibile questo risultato: è stata una scelta consapevole e generosa”. Questo il commento di Pietro Modiano, commissario straordinario di Carige.
Dello stesso parere anche il commissario Fabio Innocenzi, che ha ringraziato “tutti gli azionisti, anche quelli che non presentandosi hanno reso possibile l’approvazione”. “Dal via libera all’aumento dell’assemblea di Banca Carige, ha continuato Innocenzi, “ci guadagnano tutti, la banca, il territorio, Genova e gli azionisti, questa è una storia in cui tutti avevano da perdere e finalmente tutti quanti hanno tanto da guadagnare”. “Oggi inizia un nuovo percorso che sarà lunghissimo, finalmente ha un futuro”, ha concluso.
L’aumento di capitale, sostenuto soprattutto dal Fondo Interbancario e da Cassa Centrale Banca, fa parte del piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni: ai 700 milioni della ricapitalizzazione si aggiungeranno infatti altri 200 milioni provenienti da un prestito subordinato.