Il Cda di Banca Carige ha varato una manovra da almeno 700 milioni di euro, che comprende un aumento di capitale fino a mezzo miliardo e una cessione di asset che punta a realizzare almeno 200 milioni. Lo scrive l’agenzia Radiocor. La ricapitalizzazione è quindi superiore ai 450 milioni annunciati nel piano di febbraio mentre le cessioni riguardano asset immobiliari, la controllata del credito al consumo Creditis e la piattaforma di gestione degli Npl. L’assemblea per la delibera sull’aumento sarà convocata in una prossima riunione del consiglio di amministrazione.
In una nota dell’istituto si precisa che “in piena adesione ai target Srep assegnati dalla Bce in termini di requisiti patrimoniali e di qualità degli attivi, è stata condotta una revisione strategica del portafoglio di attività della Banca individuando una serie di azioni di rafforzamento patrimoniale e di asset quality improvement caratterizzate da velocità di implementazione e minimizzazione dei rischi di execution”.
Per quanto riguarda le operazioni di dismissione annunciate, si specifica che si punta alla valorizzazione della partecipazione totalitaria nella società di credito al consumo del Gruppo, Creditis S.p.A., il ramo d’azienda relativo alla piattaforma di recupero dei crediti in sofferenza e il business di acquiring, ovvero i servizi di incasso relativi ai contratti Pos (merchant book).
Inoltre, nella nota si legge anche che il processo di integrale revisione delle attività della Banca include la necessità di proseguire con il deleveraging mediante la ridefinizione della strategia complessiva relativamente al portafoglio Npe. Il processo di deconsolidamento delle sofferenze avviato nell’esercizio corrente con la realizzazione della cessione di un portafoglio di circa euro 940 milioni mediante cartolarizzazione assistita da Gacs, proseguirà con ulteriori dismissioni per circa euro 1,2 miliardi.
Secondo quanto comunicato dall’istituto, l’impostazione strategica così rivista permette di individuare soluzioni che presentano un minore grado di complessità operativa e maggiore rapidità di esecuzione rispetto alle misure originariamente previste. Il raggiungimento dei target Srep relativi al portafoglio Npe, viene inoltre perseguito mediante una strategia gestionale del portafoglio delle Inadempienze Probabili (Utp – unlikely to pay) che prevede, oltre al miglioramento del tasso di copertura media, anche azioni di de-risking su alcune rilevanti posizioni ricomprese nell’aggregato.
Infine, la pre-garanzia siglata con Credit Suisse e Deutsche Bank è soggetta a termini e condizioni standard per operazioni di questa natura e ad alcune disposizioni specifiche, tra cui l’approvazione e attuazione di un piano industriale e finanziario sostenibile, ivi incluse l’implementazione delle citate dismissioni di asset ed eventuali altre operazioni di ottimizzazione del capitale, nonché il feedback degli investitori in relazione alla prospettata operazione di aumento di capitale.
Nel caso in cui, tra l’altro, tutte le condizioni siano soddisfatte per ciascuno dei Joint Global Coordinators, l’accordo di pre-garanzia prevede la stipula di un contratto di garanzia per la sottoscrizione di eventuali azioni di nuova emissione rimaste non sottoscritte. Le iniziative straordinarie saranno supportate da interventi sulle aree di business core che determineranno la rivisitazione del business model, al fine di consolidare il turnaround del Gruppo e garantirne la sostenibilità industriale.