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Carige: il tribunale di Genova dà torto a Malacalza e scongela il board della banca

Imagoeconomica

Il tribunale di Genova, chiamato in causa da Vittorio Malacalza per presunte irregolarità nella nomina del nuovo board di Carige oggi sotto il controllo di Bper, dà torto all’imprenditore ligure che in Carige ha bruciato la bellezza di 400 milioni, e dà piena legittimità al vertice della banca revocandone la sospensione.

CARIGE: LE CONTESTAZIONI DI MALACALZA RESPINTE DAL TRIBUNALE

Dopo l’acquisto di Carige dal Fondo interbancario da parte della Bper, Malacalza non si era rassegnato a perdere buona parte del suo patrimonio nella banca genovese nella quale era entrato nel 2015 con un investimento iniziale di 66 milioni poi lievitato a oltre 400 milioni, e ha rilanciato la sua lunga battaglia legale dalla quale finora ha però raccolto solo sconfitte. Malacalza contestava soprattutto due cose: la mancata azione di responsabilità contro i precedenti amministratori di Carige e la nomina del nuovo cda.

CARIGE: VIA LIBERA AL DELISTING E ALLA FUSIONE CON BPER

Inizialmente il tribunale genovese aveva sospeso il nuovo board di Carige, che non aveva perciò potuto approvare i conti del primo semestre 2022 che aprono la strada alla fusione con Bper in autunno. Ma ieri è arrivato il verdetto che dà legittimità al nuovo board di Carige e che è stato accolto con soddisfazione dalla banca.

Una volta conclusa l’Opa finalizzata al delisting di Carige, la Bper toglierà dalla Borsa la banca ligure e avvierà il processo di fusione, prevista per novembre.

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