A quasi sei mesi dal commissariamento, la tribolata Banca Carige può cominciare a sperare nel salvataggio in extremis. Una cordata formata dal fondo americano Apollo, dal sistema bancario italiano e forse dalla famiglia Malacalza, azionista di rilievo della banca ligure, sta prendendo forma per portare in salvo Carige ed evitarne la nazionalizzazione.
Se i fatti seguiranno a breve le intenzioni, a portare in salvo Banca Carige sarà così una cordata composta dal fondo americano, che è già proprietario delle compagnie assicurative della banca, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che rappresenta l’intero sistema bancario italiano e che – senza più i vincoli europei superati dalla sentenza Tercas – sarebbe pronto a prendere fino al 51% della banca e la Malacalza Investimenti che ha già investito 423 milioni nel corso degli anni e che ora si sarebbe deciso a partecipare al nuovo aumento di capitale.
Dopo il naufragio dell’operazione BlackRock che rinunciò a sorpresa al salvataggio della banca ligure non ravvisando nel contesto italiano le condizioni adatte al salvataggio e al rilancio di Banca Carige, la prudenza è d’obbligo anche stavolta. Ma ieri, secondo quanto riferisce la Repubblica, il presidente del Fondo Interbancario Maccarone s’è sbilanciato dicendo che “prima dell’estate qualcosa succede” e spiegando che il Fondo interverrebbe direttamente nel salvataggio rilevando il bond da 318 milioni emesso ad ottobre dalla banca e lo convertirebbe in capitale.
E’ di fronte a queste novità che anche la famiglia Malacalza sarebbe addivenuta a più collaborativi consigli e sarebbe disposta a prendere parte all’aumento di capitale di Banca Carige che dovrebbe aggirarsi sui 600 milioni.