Va in archivio l’aumento di capitale da 560 milioni di euro di Banca Carige. Secondo una nota dell’istituto è stato sottoscritto circa il 66% dell’offerta in opzione per un ammontare di circa 331 milioni di euro e circa il 77% della tranche riservata per un ammontare di circa 46 milioni. Risulta invece non sottoscritto il 34% delle nuove azioni offerte, per un controvalore circa di 167 milioni. Confermati gli impegni di prima allocazione per 120 milioni di euro. L’istituto offrirà in Borsa nei prossimi giorni i diritti d’opzione non esercitati.
Sull’inoptato si aprirà il paracadute definito alla vigilia dell’operazione. Circa 46 milioni saranno infatti coperti da Intesa Sanpaolo Vita, Generali e UnipolSai che hanno scelto di convertire in equity parte dei bond subordinati. Altri 120 milioni arriveranno dai soggetti industriali che hanno siglato accordi per l’acquisto di asset dell’istituto. Nell’asta dell’inoptato interverranno infatti Credito Fondiario, Sga e Chenavari Investment Managers, il fondo che si è aggiudicato la controllata Creditis.
Vittorio Malacalza, primo azionista di Carige attraverso Malacalza Investimenti, ha partecipato all’aumento anche a titolo personale, investendo 870mila euro per 87 milioni di nuove azioni. Il dato è emerso da una comunicazione di internal dealing effettuata dallo stesso vicepresidente della banca.
Il pacchetto, se le nuove azioni dell’aumento fossero state emesse per intero, avrebbe avuto un valore pari allo 0,15% del nuovo capitale sociale di Carige.
Malacalza Investimenti, invece, in base agli impegni assunti, dovrebbe aver aderito all’aumento con la sua quota del 17,6%.
Inoltre, Banca Carige ha sottoscritto un accordo vincolante con Chenavari Investment Managers per la cessione di una partecipazione dell’80,1% della società di credito al consumo di Creditis Servizi Finanziari. Siglato anche un accordo distributivo e altri contratti. Il corrispettivo previsto per la transazione principale è pari a 80,1 milioni.
“La cessione di Creditis – si legge nella nota di Carige – rappresenta un importante traguardo nel contesto del piano di rafforzamento patrimoniale della Banca, confermando l’efficacia delle scelte strategiche e la capacità di execution del nuovo management team”.
Intanto il Credito Fondiario fa sapere che, per finanziare le operazioni annunciate ieri con Carige questa mattina ha completato un aumento di capitale da 105 milioni, portando il patrimonio netto della banca a circa 190 milioni di euro. Le operazioni previste con la banca ligure sono due: l’acquisto di un pacchetto di crediti deteriorati per 1,2 miliardi e un contratto preliminare per l’acquisto della piattaforma di servicing Npl per 31 milioni.
“Queste operazioni si inquadrano nella strategia di Credito Fondiario di consolidare il proprio posizionamento quale banca leader in Italia nel settore degli investimenti e del servicing di portafogli di crediti deteriorati”, ha commentato Iacopo De Francisco, direttore generale della banca.
AGGIORNAMENTO
Le notizie sull’aumento di capitale non hanno tardato a produrre effetti in Borsa. A circa un’ora dall’apertura il titolo Carige guadagna il 4%, a 0,0104 euro. Forti i volumi: entro pochi minuti dall’apertura sono passati da mano 700 milioni di titoli, pari a circa il 2% del nuovo capitale in circolazione (considerando le azioni di nuova emissione sottoscritte e le vecchie azioni).