“Ho ieri preannunciato al Consiglio di Amministrazione di Banca Carige l’intenzione di rassegnare le mie dimissioni da consigliere, riservandomi di darne successiva formalizzazione con dettagliata motivazione”. È quanto si legge in una lettera indirizzata da Vittorio Malacalza al Cda di Banca Carige.
“Ho rappresentato al Consiglio di Amministrazione che tale decisione – continua Malacalza – è stata tra l’altro determinata dalle recenti dimissioni di altri consiglieri e dai contenuti delle stesse, nonché dal tentativo dell’Amministratore Delegato di delegittimare il mio ruolo di supplenza del Presidente nell’incontro con la stampa dello scorso 3 luglio, nel quale, anziché smentire la voce di supposte obiezioni della BCE a tale ruolo di supplenza, la ha accreditata con una risposta evasiva e ambigua, nella quale ha comunque affermato la ‘anomalia’ della mia posizione”.
Nelle ultime settimane si erano dimessi dal Cd anche il presidente Giuseppe Tesauro e i consiglieri Stefano Lunardi e Francesca Balzani.
“La mia decisione – conclude Malacalza – è stata inoltre determinata dalla divulgazione dell’intercettazione della conversazione telefonica tra il sig. Luca Parnasi e il dott. Paolo Fiorentino, che ha assunto per me particolare significato alla luce del fatto che quest’ultimo, proprio nei giorni immediatamente precedenti all’arresto dell’avv. Lanzalone, mi riferì di averlo incontrato, decantandomene le qualità professionali. In ogni caso intendo continuare a impegnarmi in favore di Banca Carige, nella piena fiducia delle sue potenzialità di consolidamento e rilancio grazie allo sforzo dell’azionariato che ha assicurato il successo del recente aumento di capitale, alle altre operazioni di rafforzamento patrimoniale già attuate, alla capacità e dedizione dei suoi dipendenti e alla vicinanza e fedeltà della sua clientela”.
Martedì il Cda aveva rinviato a una nuova riunione ad hoc la convocazione dell’assemblea degli azionisti chiesta da Raffaele Mincione per il rinnovo del Cda.